il Punto Coldiretti

Nuove misure per la transizione dell’Europa verso un’economia a basse emissioni di carbonio

La Commissione Europea ha presentato un nuovo pacchetto di misure per accelerare la transizione verso la riduzione delle emissioni di carbonio in Europa in tutti i settori dell’economia. L’obiettivo è quello di mantenere la competitività dell’Ue a fronte dell’evoluzione del modello socioeconomico globale, dovuta all’impulso verso un’economia moderna e a basse emissioni di carbonio impresso dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. La proposta, presentata il 20 luglio, stabilisce principi guida per gli Stati membri, affinché possano prepararsi per il futuro nell’ambito delle politiche sull’Unione dell’energia e di quelle in materia di cambiamenti climatici.

Si ricorda, al riguardo, che nel 2014 l’Ue ha assunto un impegno per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 in tutti i settori dell’economia. Le nuove proposte  – facendo seguito a quelle che hanno fissato un obiettivo di riduzione del 43% al 2030, rispetto al 2005, per i settori dell’industria e dell’energia inclusi nel sistema di scambio delle quote di emissione dell’Ue (Ets) –  presentano obiettivi annuali vincolanti per gli Stati membri in materia di emissioni di gas a effetto serra per il periodo 2021-2030 nei settori dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura, dei rifiuti, dell’uso del suolo e della silvicoltura, in quanto fattori che contribuiscono all’azione comunitaria per il clima. L’obiettivo di riduzione delle emissione stabilito per questi settori è del 30% (33% per l’Italia) entro il 2030 rispetto ai valori del 2005.

Per gli effetti sul settore agroforestale, come riportato anche nella scheda informativa MEMO/16/2496, l’Unione intende mettere gli Stati membri in condizione di preservare e rafforzare la capacità delle foreste e dei terreni agricoli nel campo del sequestro della CO2. Grazie a queste misure, gli Stati membri e l’Unione europea saranno in grado di valutare meglio i benefici connessi all’azione del settore agricolo e forestale rispetto al cambiamento climatico, ottenere una migliore comprensione delle misure di protezione del clima efficaci in questi settori e allo stesso tempo garantire la produzione di alimenti, la tutela della biodiversità e favorire lo sviluppo di una bio-economia.

Anche nel campo della produzione dell’energia rinnovabile, le nuove misure introdurranno metodi di contabilizzazione delle emissioni provocate dall’uso energetico della biomassa al fine di supportare con importanti valutazioni sulla sostenibilità degli interventi energetici la futura politica europea sulle rinnovabili a partire dal 2020.

In generale le nuove regole saranno orientate a sostenere gli agricoltori nello sviluppo di pratiche agricole utili a contrastare gli effetti negativi del clima, creando sinergie tra il mantenimento dei livelli produttivi, la resilienza ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni, evitando di imporre alle imprese agricole nuove restrizioni o maggiori carichi burocratici. Le misure saranno anche orientate a garantire alle imprese agroforestali una maggiore visibilità rispetto ai benefici climatici dei prodotti del legno caratterizzati da una più lunga durata di vita e da un maggiore sequestro di carbonio per lunghi periodi.

La nuova proposta, inoltre, è orientata a far si che ogni Stato membro possa garantire che le emissioni di CO2 dovute  all’uso del suolo siano interamente compensate da un equivalente rimozione di CO2 dall’atmosfera attraverso l’azione nello stesso settore. Questo impegno viene indicato con la denominazione di «no-debit” ed, in sostanza, significa che se in uno Stato membro vengono ridotte le foreste (deforestazione), questo deve compensare le emissioni/perdita di sequestro di carbonio derivanti piantando nuove foreste (imboschimento) o migliorando la gestione sostenibile delle foreste esistenti, dei campi coltivati e dei prati pascoli. In questo modo l’impegno "no-debito" incentiva gli Stati membri ad intraprendere azioni che aumentano l’assorbimento di CO2 in terreni agricoli e delle foreste. Si precisa che, sebbene gli Stati membri siano in parte già impegnati su questo obiettivo, in attuazione del protocollo di Kyoto, fino al 2020, la nuova proposta sancisce l’impegno nel diritto comunitario per il periodo 2021-2030.

A livello più generale, il nuovo quadro comunitario si basa sui principi di equità, solidarietà, efficacia in termini di costi e integrità ambientale. Tutti gli Stati membri sono coinvolti, in quanto saranno in prima linea nel decidere le modalità di attuazione delle misure intese a conseguire l’obiettivo concordato per il 2030. La Commissione ha presentato, inoltre, una strategia sulla mobilità a basse emissioni, che pone le basi per lo sviluppo di misure a livello Ue per veicoli con emissioni ridotte o nulle e per combustibili alternativi a basse emissioni. Entro la fine dell’anno, la Commissione intende, inoltre, presentare ulteriori iniziative in materia di energie rinnovabili, efficienza energetica e mercato interno dell’energia, che formano parte della strategia dell’Unione dell’energia.

In termini finanziari, si sottolinea come nell’Ue sono già state avviate delle attività per allineare investimenti privati con gli obiettivi in materia di clima e di efficienza delle risorse. Gli strumenti finanziari  sono elementi fondamentali nell’ambito dei finanziamenti per il clima. Oltre il 50% degli investimenti approvati finora riguarda aspetti pertinenti al clima. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici, in quanto parte del piano di investimenti per l’Europa, è prossimo al conseguimento dell’obiettivo di mobilitare almeno 315 milioni di euro per investimenti supplementari nell’economia reale entro la metà del 2018. Inoltre, la Commissione si adopererà per garantire che la spesa di bilancio sia allineata con gli obiettivi in materia di clima (almeno il 20% dell’attuale bilancio è esplicitamente connesso al clima).
 

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