il Punto Coldiretti

Ogm, la Task Force bacchetta Efsa e chiede la clausola di salvaguardia

Si è riunita a Roma, presso la sede della Coldiretti, la Task Force per un’Italia libera da Ogm, per discutere sulle prossime ed urgenti iniziative da intraprendere alla luce dei recenti avvenimenti in materia di Organismi geneticamente modificati, che richiedono un forte impegno della coalizione affinché il Governo applichi la clausola di salvaguardia per vietare, con motivazioni ambientali e sanitarie, la coltivazione e l’importazione di mais geneticamente modificato nel nostro Paese.

Dopo la decisione della Corte di Giustizia europea che boccia il divieto generalizzato alla coltivazione di sementi transgeniche e, soprattutto, dello studio francese pubblicato sulla rivista americana Food and chemical toxicology che dimostra la tossicità del mais ogm NK603, l’Italia deve assumere una rigida posizione contraria al transgenico e adottare gli idonei provvedimenti a tutela della salute dei consumatori e del proprio modello di agricoltura, che è vincente solo se basato sulla tipicità e tradizione dei suoi prodotti.

In particolare, all’incontro si sono espressi gli esperti della coalizione sull’attendibilità dei risultati dello studio francese, affermando che il dato certo che viene fuori dalla ricerca condotta dal professor Séralini  è che gli Ogm fanno male alla salute.

Pertanto, è stata aspramente criticata la posizione assunta dall’Autorità europea sulla sicurezza alimentare (Efsa) che ancora non ha bloccato l’autorizzazione al mais ogm NK603. Sul punto, un’accesa discussione è sorta proprio sull’operato dell’Efsa, in quanto la Task Force ritiene che tale Autorità, istituita per salvaguardare la sicurezza alimentare e, quindi, la salute dei consumatori, dovrebbe avere un approccio a questi studi assolutamente diverso, applicando il principio di precauzione per il quale, di fronte a degli esperimenti che dimostrano la tossicità degli Ogm, è necessario adottare i dovuti provvedimenti che ne blocchino l’uso.

E’ assurdo che l’Efsa non sia dotata di propri laboratori e che il rilascio delle autorizzazioni sia fondato sul solo esame della documentazione scientifica fornita dalle imprese biotecnologiche, che comporta sperimentazioni su periodi brevi che sono generalmente di tre mesi, mentre lo studio francese di Séralini è durato ben due anni ed è stato condotto da scienziati indipendenti. Per le implicazioni potenzialmente enormi per la salute dei cittadini, dunque, è  doveroso che l’Agenzia assuma un metodologia diversa.

Altro grave aspetto sollevato durante la riunione riguarda le lacune della normativa nazionale e comunitaria rispetto all’etichettatura dei prodotti che non rende agevole per i consumatori individuare quali sono i prodotti sul mercato realmente ogm free. Infatti, attualmente, in Italia il  problema è legato più che alla coltivazione di organismi geneticamente modificati all’importazione di prodotti distribuiti sul mercato con un’informativa non trasparente, che impedisce ai cittadini di esercitare in modo consapevole il diritto di scegliere e consumare ciò che non è geneticamente modificato.

Nella riunione della Task Force, quindi, le organizzazioni che la compongono in cooperazione con gli enti locali si sono accordate per promuovere una serie di azioni a difesa delle produzioni agricole e dei consumatori affinché in Italia le istituzioni assumano un chiaro orientamento contro il transgenico provvedendo ad impedire la coltivazione e l’importazione di prodotti Ogm.

A riguardo, già si mostra soddisfazione per la tempestiva presentazione ai Ministri, lo scorso 11 ottobre, di un’interrogazione parlamentare ad iniziativa di alcuni parlamentari, tra i quali gli onorevoli Susanna Cenni e Sebastiano Fogliato, che fanno parte della coalizione. In tale documento si mette in rilievo, oltre la necessità di esercitare la clausola di salvaguardia, quella di intraprendere iniziative urgenti per promuovere, in sede europea, un’analisi approfondita e dettagliata dello studio francese per verificarne i risultati con oggettiva attendibilità ed indiscutibile certezza. Inoltre, è stata espressa la necessità di promuovere un protocollo unico per la definizione di studi “a lunga durata” sugli effettisugli animali e sulla salute umana.

 

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