il Punto Coldiretti

Il caffè

Nell’arco di questo primo mese dell’anno 2022 non sono poche le occasioni che preoccupano le imprese agricole, dal cambiamento climatico (con allarme gelo per le verdure e gli ortaggi), all’aumento significativo di energia, gas, benzina che fa lievitare i prezzi su tutto il carrello della spesa.

Non ultimo il rischio di venti di guerra in Ucraina con ripercussioni su tutto il continente europeo e in particolare sul nostro territorio italiano per la sua dipendenza del gas. A questo si aggiunge che da qualche anno l’embargo dei prodotti alimentari in Russia genera due disfunzioni: a) il mancato introito, in sette anni -1,5 miliardi di incasso b) il proliferare di imitazioni e contraffazioni di cibi italiani (formaggi, salumi ecc..).

Una bella notizia comparsa in questi giorni la proposta italiana di presentare come patrimonio immateriale all’Unesco il rito quotidiano da parte degli italiani del ”caffe espresso italiano”.

Così oltre alla dieta mediterranea, alla pizza, al tartufo, anche questa trasversale esperienza quotidiana, può far conoscere al mondo il nostro modo di vivere.

Un segno distintivo che accompagna buona parte degli italiani sia al mattino come nell’arco della giornata, qualunque sia la miscela sia arabica o robusta.

Una modalità in cui incontriamo la persona, ci distraiamo momentaneamente dal problema, sia pure per pochi minuti e riprendiamo il nostro lavoro qualunque esso sia con maggiore energia e spirito. Un rito singolo o collettivo, segno di vicinanza e di distrazione, “una religione laica” di relazione breve, veloce, ma significativa. Prendere un caffè, può essere l’inizio di un incontro, di un’amicizia, la conseguenza di una scelta, il suggello di un avvenimento. Se ripetuto nel tempo con le stesse persone qualcosa in più di un semplice rito. Bene un caffè espresso segna la presenza su tutto il territorio italiano dalla città al piccolo paese, al di là dei luoghi e dei modi, una sintesi creativa ed operativa di coloro che ogni giorno nei bar, nei ristoranti o nei locali pubblici preparano 30 milioni di tazze al giorno, senza contare le famiglie nelle case dove non manca mai la cara vecchia moka o la più nuova macchina con le cialde.

Dentro questo consumo del caffè, questa bevanda che da diversi anni non conosce ostacoli, si sperimenta un legame, una relazione importante tra le persone siano essi giovani o adulti.

L’elemento della solidarietà vedi il “caffè sospeso” non solo in uso in Campania, ma abbastanza allargato in altri luoghi del paese, indica attenzione, presenza, vicinanza importante. Oserei dire che il caffè e di per se inclusivo nel senso che non esclude, non isola, ma unisce. La forza del caffè, talvolta è vista come una medicina benefica, quasi ad esorcizzare le difficoltà presenti o quantomeno a renderle meno dolorose.

Auguriamoci che tale iniziativa possa essere accolta dall’Unesco e buon caffè a tutti.

                                                                                                                                 don Nicola

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