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Imprese femminili in agricoltura: dalla crisi più forza per crescere

Manager, innovativa e creativa. E’ la fotografia dell’imprenditrice agricola. Già l’Istat nell’ultimo censimento aveva delineato il nuovo ruolo delle donne in agricoltura evidenziandone la spiccata propensione manageriale. Una ulteriore conferma della crescita delle imprenditrici agricole è arrivata dal V rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile realizzato da Unioncamere. Secondo l’analisi dell’universo imprenditoriale in rosa, le imprese agricole femminili hanno resistito meglio alla crisi da pandemia.

Una buona percentuale di imprese al femminile inoltre prevede di realizzare un aumento di fatturato, una quota del 28% a fronte del 20% dei colleghi. Le donne dunque riescono a reggere meglio degli uomini l’impatto della crisi e sfoderano le loro migliori armi in termini di inventiva, diversificazione e innovazione.

Le imprese femminili in Italia nel 2021, secondo il rapporto, sono 1 milione e 342mila e dopo i servizi, il settore più gettonato dalle donne è quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca con 206.930 realtà produttive, pari al 15,4% del totale delle imprese femminili e al 28,2% di quelle agricole. La tipologia è generalmente quella delle piccole e micro imprese, a guida individuale, anche se aumentano le società di capitali.

L’aspetto particolarmente significativo è la forte presenza di imprenditrici giovani, soprattutto nel Mezzogiorno dove 151 mila imprese, l’11,3% del totale delle imprese femminili, sono guidate da giovani, contro l’8,2% di quelle maschili. In tutti i settori, le imprese femminili hanno reagito alla crisi puntando su hi tech e ambiente: il 14% ha deciso infatti di iniziare a investire in innovazioni digitali (contro l’11% delle imprese non femminili) e il 12% ha avviato interventi nel green (contro il 9% degli uomini).

La tendenza all’innovazione in settori chiave per il futuro sviluppo economico risponde anche all’ esigenza di recuperare un gap che viene da lontano. Le donne, infatti, (in maggiore percentuale rispetto agli uomini) dichiarano di incontrare ostacoli nel reperire fondi e accedere al credito per investimenti nell’innovazione, e ritengono necessaria, in misura maggiore dei colleghi, la formazione universitaria e aziendale sui temi della digitalizzazione.

“La particolare resistenza delle imprese agricole femminili ha ragioni speciali, che si fondano sulla capacità di visione e voglia di riscatto che da sempre caratterizzano le donne in agricoltura. Le imprenditrici agricole hanno creato e inventato soluzioni nuove nella produzione, nei canali di vendita e nella comunicazione per rispondere alla crisi causata dal Covid e sapranno fare altrettanto anche per reagire agli effetti devastanti della guerra sul settore agricolo- ha dichiarato Chiara Bortolas, responsabile nazionale di Coldiretti Donne Impresa – la risposta è nella declinazione creativa delle possibilità aperte dalla multifunzionalità del settore agricolo: l’attenzione alla sostenibilità, soprattutto, diventa per le donne un’occasione di impresa innovativa, come per il turismo lento e sostenibile delle donne della pesca, che uniscono pesca, cura del mare e diffusione di un cultura del rispetto e della sostenibilità ambientale”.

Bortolas ha anche sottolineato il ruolo strategico dell’agricoltura nella lotta ai cambiamenti climatici e per rinnovare le risorse del nostro pianeta e ha ribadito la necessità di “sostenere l’intraprendenza e la creatività

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