il Punto Coldiretti

L’incontro di Firenze dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo

Siamo a pochi giorni dall’Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo di Firenze (24-27 febbraio) “Mediterraneo frontiera di pace”.

Il tema scelto è quanto mai attuale in un clima internazionale carico di incognite e di incertezze per la situazione in Ucraina, come in altri luoghi, che genera fibrillazioni di ogni tipo, per l’aumento esponenziale dell’energia e di conseguenza delle materie prime, che possono innescare un confitto di dimensione mondiale di non facile soluzione.

L’incontro sul Mediterraneo, il secondo dopo quello di due anni fa a Bari, pone in evidenza il sogno di pace universale di Giorgio La Pira. Nella città toscana 120 persone (60 vescovi e 60 sindaci di città che si affacciano sul Mediterraneo) si incontreranno per dare forza a questo sogno-progetto di pace, troppe volte più nascosto che manifesto.

Dal messaggio di Papa Francesco si enuclea attenzione particolare all’ascolto del grido dei poveri della terra, per favorire il dialogo tra le generazioni, tematica oggi imprescindibile per dare un po’ di serenità al futuro; ma soprattutto all’educazione e al lavoro come motori della pace.

Sarà proprio Papa Francesco a chiudere i lavori giorno 27 febbraio provando a spingere su un nuovo umanesimo, dove fede e impegno politico possano generare sia pure con diverse sfumature le città laboratorio di pace.

Occorre tenere sempre presente che ciò che accade in questa parte del mondo si riverbera in tutto il resto del pianeta.

Occorre una visione universale dei popoli appartenenti ad un’unica famiglia umana, con maggiore attenzione a chi è più fragile, come per esempio i migranti per i quali occorre una strategia di lungo respiro.

Per superare queste situazioni che lasciano tutti incerti e perplessi, occorre avere cura del creato, attenzione alla casa comune che è la madre terra.

Firenze come affermava il sindaco Giorgio La Pira può essere una terrazza della civiltà cristiana in tutte le direzioni per generare “quell’arcobaleno che annuncia per sempre per il mondo intero, la fine del diluvio (la guerra) l’inizio definitivo della nuova età storica del mondo”.

Tre elementi: la componente religiosa (tre fedi monoteiste ebrei, cristiani e islamici), la componente intellettuale (artistica, metafisica, filosofica), la componente giuridico politica (che nasce dal Diritto romano), sono realtà che possono sollecitare a far nascere buone opportunità per tutti coloro che abitano il Mediterraneo.

Tale incontro pone al centro una riflessione che può generare sviluppi interessanti, il tema della cittadinanza, essere protagonisti vivi e non passivi nelle città, dove le stesse fedi che animano la spiritualità degli uomini hanno un ruolo sociale.

Vescovi e sindaci possono scrivere la “carta di Firenze” quasi un manifesto programmatico di sviluppo e di pace.

Sarà la terza volta che Papa Francesco ritorna a Firenze la prima nel 2015 nel convegno ecclesiale dove ai vescovi italiani disse “la chiesa italiana, non potente ma inquieta, vicina agli abbandonati, la nostra sia una fede rivoluzionaria che cambia il mondo”; la seconda nel 2017 a Barbiana sulla tomba di Don Milani, quasi a ricordare quella forza imprescindibile dell’educazione scolastica.

Il sogno di Papa Francesco di un umanesimo necessario per la pace, per la difesa della dignità dei poveri e della concordia delle nazioni, perché nel Mediterraneo stati e continenti non si ignorino, ci sia un dialogo politico intorno al “mare nostrum” crocevia fondamentale, ma minacciato dalla globalizzazione dell’indifferenza.

Occorre un approccio nuovo non individuale ma condiviso tra i paesi, capace di distendere i conflitti per portare a quello che Giorgio La Pira chiamava il “lago di Tiberiade”.

                                                                                                                                             don Nicola

 

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