il Punto Coldiretti

Prezzi bassi e follie Ue, scattati gli incontri territoriali “Orgoglio Coldiretti”

Dinanzi alla crisi dei prezzi e alle follie Ue che minacciano l’agricoltura nazionale sono scattati in tutta Italia gli incontri territoriali “Orgoglio Coldiretti” con decine di migliaia di agricoltori associati. Un’occasione per parlare dei risultati già ottenuti, come il ritiro del regolamento agrofarmaci che prevedeva il dimezzamento dei prodotti fitosanitari disponibili, ma anche e soprattutto per confrontarsi sui problemi che interessano le singole filiere e sulle prossime battaglie da combattere. In questo modo si punta a valutare a livello nazionale le priorità trasversali ai diversi territori e le ulteriori azioni da mettere in campo.

La Coldiretti ha predisposto un piano di misure per continuare a dare risposte , che il presidente Ettore Prandini ha presentato al Governo in un vertice a Palazzo Chigi con il premier Giorgia Meloni il sottosegretario alla presidenza Mantovano e i vicepremier Tajani e Salvini, e i ministri Lollobrigida, Giorgetti, Piantedosi, Fitto, Ciriani, Calderone. Si va dal ripristino dell’esenzione Irpef agli aiuti per le filiere in crisi fino alla moratoria sui debiti.

“Noi siamo la principale organizzazione di rappresentanza in Italia e in Europa – ha sottolineato Prandini -e dobbiamo anche saper tramutare quelle che sono le proposte in progetti e in risposte, non ci possiamo limitare a evidenziare quelle che sono le proposte. Rispetto chiunque voglia fare una manifestazione, ma vorrei sottolineare che noi in quattro giorni abbiamo incontrato sul territorio più di 40mila imprese”.

L’aumento dei tassi di interesse, i costi di produzione aumentati a causa delle guerre, l’inflazione che riduce il potere di acquisto e le conseguenze di alcune scelte sbagliate dell’Unione Europea – ha spiegato Prandini – stanno determinando situazioni di difficoltà in numerose aziende. A livello nazionale sono necessari alcuni interventi che rispondano innanzitutto alla difesa del reddito delle aziende agricole. Come richiesto nei mesi scorsi – ha ricordato il presidente della Coldiretti -, è importante poter ripristinare l’esenzione Irpef agricola e lo sgravio contributivo per le nuove imprese agricole aperte da giovani. Importante l’annuncio dell’inserimento nel Milleproroghe della proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, come richiesto da Coldiretti. Ma serve lo stop anche alle vendite sotto i costi di produzione e più controlli contro le pratiche sleali. Dopo aver denunciato la Lactalis sul prezzo del latte, Coldiretti è pronta a fare lo stesso su tutte le filiere rilanciando la raccolta di segnalazioni da parte dei soci. Sulle emergenze agricole è necessario il decreto attuativo con un primo stanziamento per le filiere in crisi, a partire dalle pere usando il Fondo emergenze della legge di bilancio e anche sulle assicurazioni agevolate bisogna procedere a pagamenti immediati per le annualità 2022 e 2023.

In Europa, come accaduto per la guerra in Ucraina e per il Covid, serve che la Commissione Ue adotti un quadro temporaneo specifico per la crisi del settore agricolo europeo. Un intervento che – ha continuato Prandini – semplifichi la possibilità per gli Stati membri di erogare un aiuto diretto a diminuire i costi delle imprese o indennizzare da danni subiti nelle emergenze e nelle crisi. Allo stesso tempo si propone di poter aumentare i fondi per gli aiuti diretti Pac in modo da compensare l’inflazione non conteggiata oggi. Per attutire l’effetto dell’aumento dei tassi di interesse bancari, combinato con l’inflazione e l’incremento dei costi di produzione, è poi necessaria una moratoria dei debiti delle imprese agricole a livello europeo.

La Coldiretti chiede anche la cancellazione definitiva delle regole europee che impongono di lasciare terreni incolti. È insensato impedire agli agricoltori europei di produrre in tutte le campagne a disposizione, per poi aumentare le importazioni dall’estero da paesi che non rispettano i nostri standard.

Occorre poi dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. Questo anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione come il Mercosur che penalizzerebbero agricoltori e cittadini europei. E va allargato il fronte del no al cibo artificiale. Dopo che Coldiretti ha raccolto oltre 2 milioni di firme è arrivata la legge italiana sullo stop agli alimenti a base cellulare che è stata presa ad esempio da altri stati, mentre be 12 Paesi hanno sottoscritto un documento che prevede una “moratoria” su questo tipo di prodotti.

Per produrre cibo sano e di qualità serve poi – aggiunge Prandini – una giusta remunerazione, un giusto reddito per gli agricoltori. Sostenere gli accordi di filiera serve proprio a costruire mercati più equi, con una più giusta distribuzione del valore. Da questo punto di vista è fondamentale legare la nuova Pac ad un rafforzamento della direttiva Utp contro le pratiche sleali. Per un vero sviluppo rurale servono regole semplici. Con la stessa logica servono risorse per favorire la ricerca agricola, ad esempio sullo strumento delle Tea, la nuova genetica green. L’Unione europea deve lanciare una grande campagna di sostegno all’agricoltura di precisione con meccanismi di aiuto efficaci e semplici. Allo stesso tempo va sbloccata l’autorizzazione per il pieno utilizzo del biodigestato come fertilizzante naturale alternativo a prodotti di sintesi.

A livello nazionale per garantire la disponibilità di terreni fertili occorre anche fermare il fotovoltaico a terra con un decreto immediato del Ministero dell’Ambiente sulle aree idonee per fermare le speculazioni. Anche sulla fauna selvatica bisogna fare di più riducendo la pressione dei cinghiali sulle colture, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le terre.

Sul lavoro agricolo Coldiretti chiede di contenere i costi indiretti e ridurre la burocrazia in linea con i nostri competitor come Francia e Spagna. E vanno velocizzate le procedure di rilascio dei visti d’ingresso da parte dei consolati italiani all’estero per i lavoratori stagionali agricoli di cui al decreto flussi.

Attenzione anche per la pesca dove serve aumentare le risorse per le aziende danneggiate dal granchio blu e rivedere l’indennità di malattia per i pescatori da riportare al 75%. No alla riduzione delle Giornate di pesca e delle zone di pesca per lo strascico e non solo.

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