il Punto Coldiretti

Ricordando don Paolo Bonetti a un anno dalla scomparsa

Siamo a un anno dalla tua prematura scomparsa avvenuta proprio nel giorno di San Giuseppe (19 marzo 2021). Chissà quante cose avresti ancora potuto raccontarci don Paolo, dalla fine della pandemia, allo scoppio della guerra in Ucraina, all’arrivo dei profughi. Ma, soprattutto, quanto ancora tu, da consigliere ecclesiastico nazionale di Coldiretti, avresti potuto suggerire a ciascuno di noi.

Ci mancano il tuo accompagnamento discreto e sapiente, il tuo essere vicino a ciascuno di noi non in maniera invasiva, ma amorevole, il tuo essere amico e confidente, soprattutto interprete originale dell’essere testimone del Vangelo oggi.

Sapevi donarci squarci di luce in situazioni complesse.

Anche noi sentiamo la tua mancanza che non può essere “sostituita”.

Sentiamo nostalgia della qualità della presenza di chi per dodici anni ha accompagnato la Confederazione e di chi si è speso nel suo ministero sacerdotale per la Coldiretti negli anni precedenti a livello provinciale a Gorizia e nel suo amato Friuli.

Quanti tra dirigenti, soci, dipendenti, giovani e adulti, quanti volti hai incrociato nei vari incontri, convegni e seminari, tra i giovani a Oscar green, nella giornate del Ringraziamento, in quella della Salvaguardia del Creato, nei tour, nei Villaggi Contadini, nelle consulte, nei viaggi-studio per noi consiglieri ecclesiastici.

Anche noi avremmo voluto dirti e raccontarti dei risultati dei nostri territori e di quello che la Confederazione è riuscita a portare avanti in questi mesi difficili in un clima di pandemia e attualmente con i venti di guerra in Ucraina.

Avremmo parlato insieme di tanti temi attuali dal Pnrr, ai pannelli solari sulle tettoie delle fattorie, alla legge sulle pratiche sleali, alle tante emergenze da quella contro i cinghiali, al caro energia e all’aumento dei prezzi, al giusto prezzo del latte…

Sappiamo che dall’alto ci suggerirci ancora tante cose, ci insegni a innamorarci sempre più in questo servizio per la nostra gente e la nostra terra.

Tra noi sacerdoti hai provato ad avviare una sorta di “transizione ecclesiastica“, cioè come adeguare la figura del consigliere alla nuova Coldiretti, la “presenza amica”, come spesso tu la definivi, oltre che una forza sociale del Paese .

Ci vuole tempo per vedere i tuoi frutti, occorre aspettare, come l’attesa dell’agricoltore che attende il suo tempo, tu hai seminato tanto, altri raccoglieranno.

Rimangono impresse le occasioni in cui hai portato avanti iniziative nuove e interessanti, come la visita dei dirigenti a Papa Francesco nel 2015.

Il nostro ricordo non è una semplice memoria, posso testimoniare che la tua presenza è viva, come i tanti luoghi, giardini o campi a te dedicati in tutta Italia da Nord a Sud, dopo la tua scomparsa.

In Coldiretti non solo non ti hanno dimenticato, ma ricordano il tuo delicato relazionarti, dove la competenza “ecclesiale” che si univa a quella agricola (in particolare vitivinicola) e il tuo riferimento alla dottrina sociale cristiana hanno trovato profondità e sostegno in particolare nei confronti dei giovani e dei dirigenti.

Sei stato percepito come un dispensatore di parole sagge, che concilia l’impegno e la fedeltà alla Chiesa, senza mai dimenticare la persona sia imprenditore, agricoltore, dirigente.

Accompagnaci sempre don Paolo… io, personalmente, sono benevolmente costretto tutte le volte che accendo il pc in confederazione a digitare la tua password che volutamente non ho cambiato in quanto c’è un riferimento a Gorizia la tua amata città. Riposa in pace e stai pur certo che tutti noi consiglieri ecclesiastici, amici, dirigenti, dipendenti ti abbiamo voluto bene…  oggi accetta questo nostro segno di preghiera e di gratitudine a un anno dalla tua scomparsa. Grazie Don Paolo.

 

                                                                                     don Nicola

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