il Punto Coldiretti

Parchi, la Cassazione dice no alla costruzione di un impianto a fonte rinnovabile

La Cassazione boccia l’autorizzazione rilasciata ad un’impresa per la costruzione di un impianto idroelettrico di produzione di energia rinnovabile, nelle zone di riserva del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi.

La normativa in materia vieta, infatti,  le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati, con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat.

Pertanto, l’autorizzazione a realizzare tale impianto idroelettrico ad acqua fluente, che per il suo funzionamento avrebbe richiesto il prelievo dell’acqua dal torrente che attraversa il Parco nazionale, è stata ritenuta illecita, considerando che non può essere consentito un intervento che modifichi il regime naturale delle acque superficiali e sotterranee.
 
E’ ovvio, dunque, che consentire l’elettrificazione del territorio del Parco con energia rinnovabile, per incentivare tale forma di energia, non è da considerare una legittima motivazione. Le finalità della legge sulle aree protette, infatti, è quella di garantire e promuovere la conservazione del patrimonio naturale del Paese nei territori che, per le loro caratteristiche ambientali, meritano speciale tutela, sicché in queste aree la salvaguardia dell’ambiente assume rilievo preminente su qualsiasi altro interesse.

Nel territorio del Parco sono consentite solo utilizzazioni produttive tradizionali ossia quelle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali, la cui tutela è specificamente promossa per realizzare un’equilibrata e compatibile integrazione tra uomo e ambiente naturale.

Quindi, è di certo escluso che possa essere considerata utilizzazione produttiva tradizionale da valorizzare in un’area di riserva generale un’attività imprenditoriale volta alla costruzione di un impianto di produzione di energia elettrica seppure da fonte rinnovabile.

L’impianto idroelettrico non doveva essere autorizzato dall’amministrazione regionale in considerazione del divieto di tutte le attività e le opere che possano recar pregiudizio all’ambiente, per cui è assolutamente condivisibile la decisione della Cassazione che ne ha impedito la costruzione. E’ evidente che questo caso, come altri già segnalati dalla Coldiretti, è la dimostrazione che troppo spesso gli impianti a fonte rinnovabile vengono autorizzati illegittimamente.

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