il Punto Coldiretti

Piano di settore Bioenergie, si deve puntare sui piccoli impianti

Dopo di un lungo lavoro preparatorio coordinato dal Ministero delle Politiche agricole, che ha visto la partecipazione di numerosi operatori del settore energetico, il Ministero ha trasmesso alle organizzazioni la proposta di Piano di settore per le bioenergie. In considerazione della necessità di assicurare che le strategie energetiche nazionali tengano in debita considerazioni le reali potenzialità ed esigenze delle imprese agricole, Coldiretti ha predisposto un documento di osservazioni.

Le richieste di modifica proposte dalla Confederazione vanno nella direzione di sottolineare l’importanza della sostenibilità territoriale e della necessità di concentrare il sostegno su impianti di taglia ridotta, gestiti direttamente dalle imprese agricole e che trasformano prioritariamente  biomassa residuale di origine agricola. E’ stata inoltre sottolineata la mancanza, nel Piano, di una adeguata promozione della gestione forestale (per il recupero energetico della biomassa residuale) e l’eccessiva attenzione riservata a modelli e processi di matrice prettamente industriale (biocarburanti, biometano, chimica verde).

E’ stata, infine, sostenuta la necessità di espungere dal testo i continui riferimenti all’impiego a fini energetici di colture dedicate. Le osservazioni formulate esprimono quanto più volte sottolineato da Coldiretti nelle competenti sedi istituzionali, relativamente alla necessità che lo sviluppo delle fonti rinnovabili in agricoltura avvenga secondo criteri di equilibrio tra opportunità di integrazione di reddito provenienti dall’installazione e gestione di impianti energetici ed il pieno rispetto del territorio, delle sue valenze ambientali, sociali, culturali e paesaggistiche.

In tale contesto, le filiere agroenergetiche maggiormente attuabili e sostenibili risultano essere quelle legate alla logica della generazione distribuita e della filiera corta, cioè, caratterizzate da impianti di piccola taglia che trasformano prodotti e residui agricoli provenienti da un ristretto ambito territoriale. In quest’ottica, è necessario prevenire e contrastare la diffusione sul territorio e l’installazione in area agricola di impianti di significative dimensioni o, comunque, ad alto impatto ambientale e paesaggistico, così come l’impiego eccessivo di colture dedicate, per prevenire pregiudizi, anche irreversibili, per il settore. Il Piano sarà oggetto,  a breve, di analisi in Conferenza Stato Regioni.

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