il Punto Coldiretti

Piano fitofarmaci, via all’iter ma le imprese rischiano di non potersi adeguare

Si è insediato per la prima volta, il 13 settembre 2013, il Consiglio tecnico-scientifico incaricato di adottare il  Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Al Consiglio è stata sottoposta la bozza di Piano modificata sulla base di alcune osservazioni pervenute nell’ambito dell’audizione pubblica indetta a gennaio dalle Amministrazioni competenti.

Il testo della bozza di Piano nella nuova versione, non è stato consegnato alle Organizzazioni Professionali Agricole che continuano ad essere estromesse dal processo di elaborazione del Piano contrariamente a quanto avvenuto in tutti gli altri Stati membri dell’Ue. Non è possibile, pertanto, al momento avere una cognizione esatta di quali osservazioni sono state recepite e se, ed in quale misura, il Piano sia stato eventualmente semplificato nel tentativo di allinearlo a quanto hanno già stabilito gli altri Stati membri.

Oltretutto, nessuna delle Amministrazioni competenti si sta ponendo il problema che, anche qualora il Piano dovesse essere approvato entro il 26 novembre prossimo, le imprese agricole non hanno concretamente i tempi necessari per poter effettuare la formazione e l’aggiornamento necessari per convertire il metodo di lotta fitopatologica convenzionale alla difesa integrata, obbligo che secondo la dir. 209/128/CE entra in vigore il 1° gennaio 2014.

Coldiretti ritiene che le imprese agricole non siano tenute a subire conseguenze in termini di sanzioni, per i ritardi accumulati dai Ministeri competenti nell’adozione del Piano. E’, pertanto, opportuno che il decreto interministeriale di adozione del Piano nazionale preveda un periodo di moratoria per consentire alle imprese agricole di convertirsi alla difesa integrata. Non è certo responsabilità dell’agricoltura italiana, infatti, se il Piano, iniziato ad essere elaborato nel 2009, non sia stato approvato entro il 26 novembre 2012 così come prevede la dir. 2009/128/CE.

Imbarazzante e deprecabile, inoltra, risulta la totale mancanza di coinvolgimento delle Organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo, in questa fase di adozione del Piano, visto che Coldiretti ha ampiamente contribuito a segnalare i limiti che tale Piano, nella sua versione originale, presenta rispetto alle prospettive di sviluppo del settore agricolo. Oltretutto l’art. 5, comma 6, del d.lgs. 150/2012 stabilisce che “il Consiglio provvede a consultare periodicamente i portatori di interesse”. Una norma che a quanto pare rischia di essere disattesa sin dall’inizio.

Il Piano nazionale, una volta adottato dal Consiglio, sarà inviato alla Conferenza Stato Regioni per la sua approvazione, dopo di che diventerà operativo a seguito dell’adozione dello stesso, tramite l’emanazione di  un decreto interministeriale.

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