il Punto Coldiretti

Piano nazionale rinnovabili, energie più legate al territorio

Il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con i Ministeri competenti, adempiendo agli obblighi della direttiva 2009/28/CE, ha messo a punto lo schema di Piano Nazionale d’Azione per le energie rinnovabili. Si tratta di un preciso obbligo comunitario, che comporta l’elaborazione di un documento in cui ciascun Paese membro deve delineare la propria strategia e le principali misure di attuazione per il raggiungimento degli obiettivi europei per il 2020, che per l’Italia corrispondono al 17% di consumo totale di energia da fonti rinnovabili ed al 10% del consumo totale di carburanti dalle stesse.

La trasmissione del Piano alla Commissione europea è stata preceduta da una fase di consultazione pubblica, a cui Coldiretti ha partecipato, formulando alcune osservazioni. Il Piano Nazionale d’Azione sulle fonti rinnovabili, infatti, rappresenta una importante occasione per colmare quello che, probabilmente, costituisce il principale elemento di criticità della politica energetica nazionale, ossia la mancanza di una pianificazione energetica di lungo periodo.

Per questo Coldiretti, nelle osservazioni trasmesse al Ministero, ha ribadito come la programmazione nazionale non debba continuare a sottovalutare le specificità delle fonti energetiche rinnovabili ed il loro legame con il territorio e con l’agricoltura. La produzione di energia rinnovabile deve, infatti, considerarsi strettamente legata all’agricoltura e senza un consistente coinvolgimento di questo settore non si ritiene possibile il raggiungimento degli obiettivi comunitari. Tuttavia, si conviene sulla necessità che le produzioni energetiche in agricoltura debbano coniugarsi con altre importanti funzioni del settore primario, che riguardano l’esigenza di produrre cibo di qualità, mantenere la fertilità dei suoli, favorire l’immagazzinamento del carbonio nel terreno, preservare la qualità delle acque e soprattutto essere in grado di concorrere al reddito delle imprese agricole.

Per questi motivi, il settore agricolo ripone nel Piano importanti aspettative in ordine alla definizione, oltre che di obiettivi quantitativi, di un quadro coerente di criteri di priorità e di incentivi per le biomasse che, da una parte, dia certezze agli operatori e agli agricoltori sugli investimenti da qui al 2020 e che, dall’altra parte, premi realmente la produzione agricola e l’efficienza energetica delle filiere.

Alla luce di queste premesse si deve evidenziare come lo schema di Piano presentato dal Ministero dello sviluppo economico necessiti maggiori approfondimenti. Innanzitutto, Coldiretti ha espresso il proprio dissenso circa l’impostazione del Piano, in quanto non considera le effettive potenzialità ed il ruolo dell’agricoltura nell’ambito delle strategie di produzione di energia da fonti rinnovabili. Risultano, inoltre, insufficienti gli attesi posizionamenti in favore della generazione distribuita e della filiera energetica corta, che, peraltro, trovano sempre più conferme nelle indicazioni strategiche comunitarie.

In particolare, nel ricostruire il quadro generale del settore delle fonti energetiche rinnovabili (FER), lo schema di Piano presenta una sottovalutazione della potenzialità energetica del settore delle biomasse di origine agricola, specialmente per il specialmente biogas ed il biometano (anche se quest’ultimo viene ampiamente citato nelle procedure di immissione in rete). Spicca, invece, il risalto dato allo sviluppo delle biomasse per la produzione elettrica (che sappiamo essere essenzialmente biomasse di importazione) e al bioetanolo (che presenta indicazioni di sviluppo ancora da verificare).

Anche in relazione alle esigenze di tutela del territorio, il Piano non sembra fornire le necessarie garanzie per contrastare la diffusione indiscriminata delle grandi centrali eoliche e dei grandi impianti fotovoltaici su suolo. Al contrario, in prospettiva, se ne dà per scontata una ulteriore proliferazione, specie nell’Italia meridionale, tanto da proporre come obiettivo prioritario un urgente adeguamento della rete.

Al di là dei singoli rilievi, sia in termini di approfondimento dei temi, sia in termini di indirizzo degli investimenti, non si ritiene, dunque, che, allo stato attuale, il Piano possa ritenersi pienamente rispondente alle attese dell’agricoltura che dovrebbe essere, invece, considerata tra i principali protagonisti dello sviluppo delle fonti rinnovabili.

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