il Punto Coldiretti

Più energia da fonti rinnovabili entro il 2020

Nel 2020 il 17% del consumo energetico italiano dovrà provenire da fonti rinnovabili: è quanto prevede la direttiva europea 2009/28/CE, entrata in vigore il 25 giugno, che i Paesi membri hanno l’obbligo di recepire ed attuare entro il 5 dicembre 2010.

Attraverso questa direttiva, che attua alcune disposizioni contenute nel “Pacchetto clima-energia” (approvato il 17 dicembre 2008), l’Unione Europea intende, inoltre, perseguire l’obiettivo di aumentare la quota di energia da fonti rinnovabili nei settore dei trasporti, prevedendo che l’energia proveniente dall’impiego di biocarburanti e di bioliquidi per autotrazione (elettricità, riscaldamento e trasporti) debba rappresentare una quota percentuale sempre crescente nell’ambito dell’obiettivo nazionale complessivo.

Lo sviluppo di questo tipo di energia è accompagnato dall’istituzione di alcuni criteri di sostenibilità, il rispetto dei quali è necessario sia ai fini della contabilizzazione dell’energia prodotta per il raggiungimento del menzionato obiettivo nazionale, sia per l’accesso ai sostegni finanziari comunitari.

La produzione di biocarburanti, in sostanza, sia che provenga da biomassa coltivata all’interno che all’esterno della Comunità, deve essere realizzata secondo norme di tutela dell’ambiente, con particolare riferimento alla conservazione e tutela della biodiversità, dei serbatoi di carbonio e di alcune aree o ecosistemi particolarmente vulnerabili (ad es. torbiere e zone umide).

Per quanto riguarda la biomassa agricola proveniente esclusivamente dalla Comunità europea utilizzata per la produzione di biocarburanti e bioliquidi, deve rispettare obbligatoriamente, in aggiunta ai criteri menzionati, i requisiti minimi per il mantenimento delle buone condizioni agricole ambientali previsti nei regimi di sostegno diretto della Pac (ecocondizionalità).

Quando gli Stati membri intendono prendere in considerazione l’energia prodotta dai biocarburanti ai fini del raggiungimento della quota nazionale di fonti rinnovabili (a tale fine la direttiva definisce un metodo di contabilizzazione dell’impatto dei gas a effetto serra relativo ai biocarburanti), questi devono imporre agli operatori economici l’obbligo di dimostrare il rispetto dei criteri di sostenibilità previsti.

A tali fini, la Commissione, attraverso relazioni periodiche (la prima delle quali verrà svolta nel 2012), verifica l’efficacia delle misure nazionali adottate per garantire il rispetto dei criteri di sostenibilità, oltre a valutare da un lato l’impatto dell’aumento della domanda di biocarburanti sulla sostenibilità sociale nella Comunità e nei Paesi terzi e, dall’altro, l’impatto della politica comunitaria in materia di biocarburanti sulla disponibilità di prodotti alimentari a prezzi accessibili, in particolare per le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo.

Per garantire il rispetto di alcuni diritti fondamentali, inoltre, le relazioni della Commissione conterranno indicazioni circa il livello di ratifica e attuazione alle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro, del protocollo di Cartagena sulla biosicurezza e della convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione.

In generale, la direttiva sostiene la produzione di biocarburanti nei casi in cui le pratiche agricole inducano una riduzione importante delle emissioni, anche grazie all’accumulo del carbonio nel suolo, privilegiando la produzione di biomassa su terreni degradati o non destinati alla produzione agricola.

Mentre, per quanto riguarda l’origine dei biocarburanti, la direttiva attribuisce un valore maggiorato – nell’ambito della contabilizzazione ai fini del conseguimento degli obiettivi nazionali – all’energia prodotta mediante l’impiego di alcune materie prime, come i rifiuti organici, i materiali ligno-cellulosici e altri residui, in considerazione degli effetti particolarmente positivi sul bilancio di emissioni di anidride carbonica.

L’emanazione della direttiva rappresenta un primo ma importante passo in direzione di un effettivo sviluppo delle fonti rinnovabili in generale, ma soprattutto sgombra il campo da una serie di dubbi circa la volontà dell’Unione Europea di perseguire una riforma energetica nel settore dei trasporti attraverso una maggiore diffusione dei biocarburanti, purché ottenuti in modo sostenibile.

Ci auguriamo che gli strumenti introdotti siano effettivamente in grado di garantire gli obiettivi prefissati e che ciò possa avvenire anche attraverso un più diretto coinvolgimento del territorio e delle imprese agricole, attualmente pressoché tagliate fuori da un sistema produttivo basato sulla logica di grandi impianti industriali che importano biomassa dall’estero, senza alcuna garanzia di sostenibilità ambientale e sociale.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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