Polieco, settore agricolo salvo e contributi ridotti
Nel decreto Sblocca Italia sono stati ridotti al 30 per cento i contributi dovuti al Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti di beni a base di polietilene (Polieco) ed abrogata e sostituita la norma che penalizzava il settore agricolo. L’articolo 14 bis del decreto Campo libero aveva previsto che, nelle more dell’emanazione di un decreto ministeriale per la definizione dell’elenco dei beni in polietilene oggetto delle attività consortili, si dovessero intendere come tali “i teli e le reti ad uso agricolo quali i film per copertura di serre e tunnel, film per la copertura di vigneti e frutteti, film per pacciamatura, film per insilaggio, film per la protezione di attrezzi e prodotti agricoli, film per pollai, le reti ombreggianti, di copertura e di protezione”. In riferimento a tale previsione, Coldiretti aveva subito evidenziato, nelle competenti sedi istituzionali, il danno sostanziale per il settore agricolo, in quanto l’applicazione della norma avrebbe comportato l’applicazione del contributo di raccolta e di riciclaggio soltanto ai beni in polietilene destinati ad uso agricolo, con la conseguenza di incidere sulla funzionalità del sistema operativo di raccolta e di gravare sui bilanci delle imprese, esonerando tutti gli altri operatori che producono e utilizzano beni in polietilene. Con la legge di conversione del decreto legge cosiddetto “Sblocca Italia” (D.L. 12 settembre 2014 n. 133), quindi, la disposizione è stata completamente riscritta. Nell’abrogare il comma 2 dell’articolo 234 del codice ambientale – come modificato dal decreto Campo libero – la nuova norma rinvia ad un decreto la definizione dell’entità dei contributi a carico dei soggetti partecipanti al Consorzio, prevedendo che l’eventuale contributo percentuale di riciclaggio sia stabilito in misura variabile, in relazione alla percentuale di polietilene contenuta nel bene e alla durata temporale del bene stesso. E’ previsto che fino all’emanazione del decreto i contributi al Consorzio sono dovuti nella misura del 30 per cento dei relativi importi. |