Presentato il Piano nitrati, ecco le novità
La Direzione Generale dello Sviluppo Rurale delle Infrastrutture e dei Servizi del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha presentato il Piano Strategico Nazionale di attuazione della direttiva nitrati. Il piano prevede tre obiettivi prioritari e alcune azioni, articolati nel modo seguente: • obiettivo 2: l’utilizzo efficiente della SAU attraverso la creazione di un mercato degli effluenti. Le azioni previste sono: • obiettivo 3: favorire la nascita di filiere impiantistiche dirette a ridurre o recuperare l’azoto contenuto negli effluenti. Le azioni previste sono: Il Piano ha accolto alcune proposte della Coldiretti, quali l’aggiornamento e la semplificazione normativa anche con riferimento ad una revisione della direttiva comunitaria, che, peraltro, necessita di approfondimenti in ordine al reale peso delle fonti di pressione che interessano questa forma di inquinamento e che non sono soltanto agricole ma, in molti casi, extra agricole; l’utilizzo efficiente della Sau tramite la creazione di un mercato degli effluenti e lo sviluppo di filiere impiantistiche dirette a recuperare o ridurre l’azoto; l’uso di Accordi di programma per favorire e sostenere la diffusione e la realizzazione di filiere efficienti per la gestione degli effluenti di allevamento. In particolare, Coldiretti, ha segnalato come si debba promuovere in sede comunitaria una riflessione approfondita sull’effettivo contributo del settore agricolo al problema dell’inquinamento da nitrati. Tale materia, infatti, deve essere considerata, tanto a livello di indagine che normativo, unitariamente, comprendendo, per esempio, i nitrati di origine agricola e quelli di origine civile, in modo da assegnare, a seguito di una compiuta analisi dell’inquinamento e del rischio, il peso più adeguato al reale contributo che ciascuna fonte determina sul fenomeno. Di conseguenza, anche i limiti e gli oneri che la normativa prescrive devono essere calibrati sulla base di simili indagini. L’inquinamento deve essere corretto alla fonte, quindi, è necessario dapprima individuarla e, successivamente, agire su di essa per la tutela dell’ambiente. Per quanto concerne la domanda di deroga al limite dei 170 kg di azoto, questa è stata inoltrata dal ministero dell’Ambiente alla Commissione Europea, d’accordo col Mipaaf e con l’ausilio del Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, che insieme ad alcune Università ha sviluppato gli elementi tecnico-scientifici sui quali fondare la richiesta. In merito alla richiesta di deroga, Coldiretti è tornata, in ogni caso, a riaffermare notevoli perplessità perché rischia di penalizzare le imprese agricole, a fronte della riduzione del carico zootecnico nonché dei numerosi adempimenti che ne conseguirebbero. |
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