Civ Inps: rendiconto in attivo, +7,4% alla voce spesa pensioni
![]() È di questi giorni la notizia dell’approvazione Rendiconto generale 2023 dell’Inps da parte del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV). Nel 2023 la rivalutazione delle pensioni a causa dell’inflazione ha determinato un aumento del 7,4% della spesa per le pensioni rispetto al 2022, ovvero un incremento di ben 20.890 milioni, arrivando a 304,14 miliardi totali. Il Rendiconto chiude in positivo e restituisce un saldo della gestione finanziaria di competenza di 12,18 miliardi di euro, con un risultato economico per 2,06 miliardi. L’avanzo patrimoniale netto, si legge, arriva a 29,78 miliardi, da 23,22 dell’anno precedente. Le entrate contributive si sono assestate a 269,2 miliardi, segnando una crescita del 5,1% rispetto al 2022 (256,1 miliardi), su 536 miliardi di entrate complessive, che aumentano rispetto ai 528 miliardi del 2022. L’introito di ben 13,1 miliardi in più per le entrate contributive è dovuto alla ripresa del quadro macroeconomico in tema di occupazione, con un incremento della massa retributiva pari a 4,5% per l’intera economia quale effetto congiunto dell’andamento occupazionale alle dipendenze e dello sviluppo delle retribuzioni individuali. Aumentano infatti, per tutti i settori occupazionali, infatti le entrate contributive per i lavoratori dipendenti aumentano del 5,7%, per gli iscritti ex inpdap del 2,9%, per i lavoratori autonomi del 5,8% e per i lavoratori parasubordinati e liberi professionisti del 6,6%. Crescono anche i trasferimenti correnti dalla fiscalità generale del 3,3%, pari a 164 miliardi, che l’anno precedente ammontavano a 159,5 miliardi. I valori positivi evidenziati nel Rendiconto superano le previsioni positive per il 2023, sono inferiori al 2022, ma maggiormente positivi rispetto al 2021. In relazione alle uscite si legge una crescita del 4,6% arrivando a 524 miliardi, dove 398 miliardi sono stati destinati alle prestazioni istituzionali. Aumentano di 7,4 miliardi i costi sostenuti dalla fiscalità generale, soprattutto per le misure attuate a sostegno delle politiche familiari per permettere l’erogazione dell’Assegno unico universale (+18,24 miliardi), oltre alle risorse stanziate per gli sgravi contributivi e delle coperture degli oneri pensionistici. Si riduce invece la spesa per le misure a sostegno del reddito di ben 7,62 miliardi, per un totale di 18,4 miliardi rispetto ai 26,03 dell’anno precedente. Questo è stato determinato dalla mancata proroga dei bonus 150 e 200 euro (con una riduzione della spesa di 7,83 mld). Di contro, però, aumenta la spesa per le disoccupazioni di 1,5 miliardi, ma diminuiscono le integrazioni salariali e i trattamenti di malattia. L’inclusione sociale rimane sostanzialmente invariata con + 0,3 mld, aumenta di 1,08 miliardi la spesa per le prestazioni di invalidità civile ma calano di 1,35 miliardi le uscite per RdC e PdC. In tema di crediti, il Rendiconto evidenzia nel 2023 ben 127,16 miliardi di crediti per contributi a carico dei datori di lavoro e degli iscritti, con un incremento di 3,45 miliardi rispetto all’anno precedente e con un elevato rischio di inesigibilità. Per questo leggiamo un sostanziale incremento di 2,3 miliardi rispetto al 2022 del Fondo svalutazione crediti contributivi. |
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