il Punto Coldiretti

Cnel: urgente la riforma del sistema previdenziale

In Italia gli ultrasessantacinquenni sono oltre 14 milioni e costituiscono il 23,8% della popolazione. L’indice di vecchiaia – vale a dire anziani di almeno 65 anni per 100 giovani di età inferiore a 15 anni – è pari al 187,9%; nei prossimi 20 anni si prevede un aumento di oltre 100 punti. E’ quanto rileva il Rapporto annuale pubblicato dall’Istat lo scorso 8 luglio, che sottolinea come questa misura rappresenti il “debito demografico” nei confronti delle generazioni future, soprattutto in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza.

Gli effetti dell’invecchiamento demografico sulla previdenza sono stati uno dei temi al centro del Workshop organizzato dal Cnel, lo scorso 23 giugno a Roma, dal titolo “Giustizia previdenziale. Come riformare pensioni e welfare”, in cui il presidente del Cnel, Tiziano Treu, ha ribadito che “Bisogna varare un progetto di vera e propria giustizia previdenziale per sanare gli squilibri già esistenti che si accentueranno ulteriormente negli anni. E poi c’è tutto il tema del lavoro autonomo che è stato sempre trascurato”.

Nel corso dell’incontro si sono alternati esperti dei vari settori, da tutta Italia: tante le idee e gli spunti per una riforma previdenziale: l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia, il potenziamento dell’ape sociale rendendola strutturale ed estendendola anche ai lavoratori autonomi, un metodo contributivo controbilanciato da un sistema di welfare gratuito più efficiente.

Vari, dunque, i temi del dibattito, come sottolineato nei vari interventi, il problema del raggiungimento di un equilibrio tra lavoratori attivi-pensionati per la sostenibilità del sistema previdenziale, tema caldo dai primi anni Novanta e che già la riforma Dini aveva cercato di affrontare, come anche le ulteriori forme di incentivazione all’uscita e flessibilità basate sul metodo contributivo puro, che dovrebbe però essere arricchito da nuove e maggiori tutele, oggi non previste. Infatti negli anni, calo demografico, frammentarietà del mercato del lavoro e delle carriere lavorative, con una modesta accumulazione di contributi, hanno evidenziato le criticità del sistema attuale.

Focus anche sulla situazione del lavoro autonomo, che ora fatica a trovare soluzioni universali per categorie ormai ampiamente eterogenee: oltre alla diversificazione delle figure professionali, si evidenzia che il sistema previdenziale odierno si basa esclusivamente su logiche proprie del lavoro dipendente. Tutte queste riflessioni confluiranno in una prima raccolta seminariale che verrà aggiornata a seguito delle prossime sedute: l’intento è creare un libro bianco, da implementare nei futuri incontri, con stimoli e proposte concrete per ripensare il sistema previdenziale in maniera vincente. Sull’argomento una prima risposta l’ha fornita nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in occasione della sua partecipazione alla presentazione del rapporto annuale dell’Inps in cui ha dichiarato la volontà del Governo di rinnovare “Opzione donna” e “Ape sociale” e ampliare la platea dei lavori gravosi.

Fiorito Leo

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