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Con inflazione a +1,7% da gennaio pensioni più alte

 

Novità per le pensioni, che a partire da gennaio prossimo aumenteranno fino all’1,7%, grazie a quanto disposto dal decreto ministeriale pubblicato lo scorso 26 novembre, sull’adeguamento delle pensioni al costo della vita. La rivalutazione interessa tutte le prestazioni assistenziali e le pensioni dirette, come vecchiaia e anticipata, e indirette, come quelle ai superstiti, dei lavoratori dipendenti e delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, comprese le pensioni minime.

Ecco i nuovi assegni. Chi percepisce una pensione lorda di 1.800,00 euro mensili beneficerà di un aumento, al lordo delle tasse, di circa 400 euro annuali. Le pensioni minime passeranno dagli attuali 515,58 a 524,34 euro mensili, con un aumento annuale lordo di circa 114,00 euro. L’importo mensile dell’assegno sociale passerà da 460,28 a 468,10 euro mensili. Le pensioni fino a 2.062,32 euro mensili avranno la rivalutazione totale.

Si tratta però di un valore previsionale e occorrerà attendere un anno per il valore definitivo che potrà confermare la stima, oppure, essere più alto o più basso con conseguente conguaglio in aumento o in diminuzione sulle rendite. Ma vediamo nel dettaglio.

Il primo gennaio di ogni anno le pensioni sono rivalutate in base andamento del costo della vita calcolato dall’Istituto nazionale di statistica al fine di salvaguardarne il potere d’acquisto e assicurare così ai pensionati un tenore di vita costante nel tempo.
Si chiama perequazione ed è la rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione media rilevata nell’anno precedente. Essa è disposta con decreto ministeriale alla fine di ogni anno in via previsionale per l’anno successivo. Tale valore è poi calcolato in via definitiva.

Nel 2021, le pensioni non sono aumentate per via dell’andamento negativo dell’inflazione presunta per il 2020 (convenzionalmente portata a zero). Il decreto di novembre scorso ha confermato questo dato anche in via definitiva e, pertanto, non ci saranno conguagli sulle pensioni erogate nel 2021.

Per quest’anno l’inflazione ha, invece, raggiunto l’1,7%, valore che andrà stabilito in via definitiva in sede di perequazione per l’anno prossimo.
Per quanto riguarda il meccanismo di rivalutazione, al momento si dovrebbe tornare a quello per cui il taglio degli aumenti viene applicato non sull’intero trattamento pensionistico ma per fasce di reddito pensionistico.

In virtù di questo meccanismo, l’aumento sarà pieno solo per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps, ovvero, 2.062,32 euro al mese. Per gli importi di pensione superiore il recupero dell’inflazione sarà gradualmente inferiore. In particolare, per importi di pensione da 2.062,33 euro a 2.577,90 euro mensili sarà del 90%, quindi dell’1,530%, per fasce di importo superiore a 2.577,91 euro mensili del 75%, quindi dell’1,275%. Questi importi sono tutti al lordo delle tasse.

Fiorito Leo

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