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Crescono le malattie professionali (+3,6%), all’Epaca si studia come prevenirle

Mal di schiena, ernia, dolore cervicale, male a spalle e gomiti, formicolio a polso e dita delle mani, artrosi, continuano a rappresentare anche quest’anno i disturbi più diffusi tra i lavoratori, con oltre il 45% delle denunce presentate. Quasi l’8% attribuisce al lavoro conseguenze al sistema nervoso, oltre il 4% lamenta perdita dell’udito causata dall’esposizione al rumore. I disturbi possono essere molteplici e riguardare qualsiasi lavoratore non solo chi svolge lavoro manuale nei campi, nei cantieri o nelle fabbriche, ma anche infermieri e medici, sportivi e ballerini, ma anche chi come professionisti e impiegati sono costretti a stare seduti tutto il giorno davanti al computer.

Ogni attività espone al rischio ed Epaca studia le malattie che ogni lavoro può provocare e come prevenirle.
Nei primi due mesi del 2022 sono state denunciate in Italia 8.080 malattie di origine professionale. E’ questo il quadro che emerge dai dati provvisori diffusi dall’Inail il 31 marzo scorso che segnano un trend in continua crescita: +3,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il dato è tanto più significativo tenuto conto che il 2021 è stato un anno record di denunce (55.228) oltre 10mila in più rispetto al 2020, anno in cui i vari arresti delle attività produttive causa Covid hanno ridotto l’esposizione al rischio.

L’Inail sottolinea che nel complesso, l’incremento delle cosiddette tecnopatie, nel primo bimestre 2022, ha interessato le denunce dei lavoratori italiani (+3,6%) e dei comunitari (+32,9%), mentre quelle degli extracomunitari risultano in calo (-8,9%).

Quanto all’analisi territoriale, dalle statistiche ufficiali, emerge un aumento delle denunce nelle Isole (+18,7%), nel Nord-Est (+9,4%) e nel Centro (+1,9%), e un decremento nel Nord-Ovest (-3%) e nel Sud (-1,4%). Le Regione con più denunce presentate al 28 febbraio scorso è la Toscana, se ne contano 1.173, seguono le Marche (840 denunce), Emilia Romagna (739) e la Sardegna (710).

In controtendenza le patologie del sistema osteomuscolare e neurologico, nonché la sordità che pur continuando a rappresentare le affezioni professionali più diffuse registrano una diminuzione nel raffronto con i primi due mesi dell’anno scorso (- 3,37%).

In particolare, nel primo bimestre del 2022, oltre il 45% di tutte le malattie del lavoro denunciate in Italia è rappresentato da quelle muscoloscheletriche (3.670 denunce su un totale di 8.080), vale a dire le affezioni causate prevalentemente dal sollevamento di carichi pesanti, da posture incongrue e da movimenti ripetuti, oltre ad esempio all’utilizzo del mouse per il tunnel carpale. Seguono i disturbi del sistema nervoso (644 denunce presentate) e nuove malattie professionali, non ancora determinate, per le quali non è stata attribuita la specifica tipologia (2.988 denunce presentate).

In tutti i casi di malattia risarcibile, l’Inail paga un’indennità giornaliera o una pensione. Nel nostro sistema le malattie professionali sono elencate in apposite tabelle e sono associate a una o più attività. Se la malattia denunciata rientra in questa lista il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono al rischio di quella malattia (malattia tabellata). Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto (malattia non tabellata).

L’elenco delle malattie professionali si è ampliato notevolmente negli ultimi anni includendo affezioni prima escluse. E’ questo uno dei temi che l’Osservatorio intitolato alla memoria di Ignazio Pili sta portando in tutta Italia, perché attraverso lo studio di medici, esperti, consulenti, si vuole alimentare il dibattito pubblico e l’importanza che nella materia riveste la ricerca e la pratica scientifica, dalla conoscenza dei sintomi alla prontezza della diagnosi e delle cure, perché se è vero che ogni lavoro espone al rischio di una malattia e altrettanto vero che questa si può prevenire e curare.

Fiorito Leo

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