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Genitorialità 2024, tutte le novità

Le attuali previsioni Istat sul futuro demografico del Paese, aggiornate al 2022, restituiscono tendenze difficilmente controvertibili, pur se in un quadro nel quale non mancano elementi di incertezza.

La popolazione residente è in decrescita: da 59 milioni al 1° gennaio 2022 a 58,1 mln nel 2030, a 54,4 mln nel 2050 fino a 45,8 mln nel 2080.

Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2042 solo una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà.

Proprio in virtù di questi dati poco incoraggianti, la legge di bilancio 2024 ha previsto di potenziare le misure a sostegno della genitorialità, stanziando non solo nuove risorse, ma prevedendo nuove misure. La genitorialità, quindi, non gode solamente del sostegno dell’assegno unico universale, ma anche di altre importanti misure, che nel 2024 sono state parzialmente rinnovate con l’ultima Legge di Bilancio.

In particolare, il “Bonus mamme” è stato pensato per tutte le lavoratrici del settore pubblico e privato (anche agricolo, in somministrazione e in apprendistato) con contratto a tempo indeterminato, con almeno tre figli.

Si sottolinea che sono escluse, invece, le lavoratrici domestiche. La nuova misura consiste nell’esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino a un massimo di 3.000 euro annui, ma nella sua prima fase sperimentale, prevede che il bonus sia attribuito anche in presenza di due figli.

Il beneficio viene erogato dallo stesso mese di gennaio per le madri, che devono essere in possesso dei requisiti a inizio 2024, diversamente se la nascita sopravviene in corso d’anno, il bonus sarà riconosciuto dal mese di nascita, fino al compimento del decimo anno del bambino.

Cambieranno le cose nel 2025 e 2026, quando il beneficio sarà erogato solamente dalla nascita del terzo figlio, concludendosi al compimento del diciottesimo anno dell’ultimo.

Le cose cambiano anche in tema di bonus asilo nido, ossia un contributo per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie.

La precedente disciplina prevedeva un contributo annuale per 11 mesi massimo di 3.000 euro con Isee fino a 25.000 euro, 2.500 euro per Isee da 25.001 euro a 40.000 euro e 1.500 euro con Isee oltre la soglia di 40.000 euro, ovvero in assenza dell’Isee.

Con la recente modifica, si prevede che per tutti i nati a decorrere dal 1° gennaio 2024 in nuclei familiari con un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) fino a 40.000 euro e nei quali sia già presente almeno un figlio di età inferiore ai dieci anni, l’incremento del bonus dal livello minimo è elevato a 2.100 euro e dunque portato a 3.600 euro totali.

Nell’ambito, invece, della tutela e sostegno della maternità e della paternità, per tutti i lavoratori che terminano il periodo di congedo successivamente al 31/12/2023 si aggiunge un secondo mese, nell’ambito dei tre complessivamente previsti di congedo parentale che possono essere fruiti, in alternativa tra i genitori, fino al sesto anno di vita del bambino, con un’indennità rispetto alla retribuzione più elevata, pari all’80% per il 2024 e al 60% per il 2025, rispetto al livello precedente del 30%.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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