il Punto Coldiretti

Primo trimestre 2024, aumento dell’importo medio delle pensioni dei coltivatori diretti

L’Inps, attraverso il consueto monitoraggio sui flussi di pensionamento, rileva l’andamento delle liquidazioni dei trattamenti pensionistici con decorrenza negli anni 2023 e nei primi tre mesi del 2024, rilevando i dati fino al 2 aprile 2024.

Il report esamina le pensioni dei lavoratori dipendenti, dei coltivatori diretti mezzadri e coloni, di artigiani, commercianti, dipendenti pubblici e iscritti alla gestione separata. I dati, inoltre, evidenziano anche i numeri degli assegni sociali liquidati nel periodo di riferimento.

In particolare, per la categoria dei Coltivatori Diretti, le nuove pensioni erogate in Italia a vario titolo nel primo trimestre 2024 sono state 8.492 in totale, per un importo medio mensile lordo di 757 euro. L’importo si attesta più alto rispetto al 2023 anno in cui in media era di 700 euro lordi al mese. In particolare, tra le pensioni dirette, in pole position troviamo le pensioni anticipate che sono state ben 2641, con un importo medio di 1009euro lordi/mese, seguono poi le pensioni di vecchiaia in totale 1.852 con una media di 716 euro lordi mensili, e infine le pensioni di invalidità arrivate a 200 con un importo medio di 598euro lordi mensili. Le pensioni di reversibilità, invece, hanno raggiunto le 3.799 unità e l’importo medio mensile è stato di 609euro lordi.

Aumentano gli Assegni Sociali che arrivano nel 2024 a 24.955 e, in generale, per tutte le gestioni calano le liquidazioni di pensioni nei tre mesi del 2024 rispetto al primo trimestre 2023. Nei primi tre mesi 2024 il totale delle pensioni liquidate è stato 187.223, con un importo medio di 1.225euro lordi mensili. Le pensioni di vecchiaia 2024 sono state 72.829, le pensioni anticipate 56.660, le pensioni di invalidità 8.756 e le pensioni ai superstiti 48.978.

Inoltre, nel primo trimestre 2024 diminuisce del 6% il rapporto tra le pensioni di invalidità e quelle di vecchiaia rispetto al 2023, risultando pari al 18%.

Le pensioni anticipate per tutte le gestioni sono il 18% in più rispetto a quelle di vecchiaia al netto delle pensioni e assegni sociali.

La percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili, che nel 2023 era pari al 118%, nel 2024 diminuisce attestandosi al 110%, e territorialmente le proporzioni non cambiano solo nel caso di pensioni liquidate a residenti nel Nord Italia (48% nel 2023 e 49% nei primi tre mesi del 2024).

L’Inps ricorda che i requisiti richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia sono, a oggi sia per uomini sia per le donne, 67 anni e 20 anni di contribuzione. Per coloro che hanno contribuzione prima del 1996 si ricorda che per la pensione anticipata è richiesta un’anzianità contributiva di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, indipendentemente dall’età, cui va aggiunta la finestra trimestrale. Negli anni scorsi abbiamo visto che vi sono altri strumenti per un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, come ad esempio per le vecchie Quote 100 (62 anni e 38 anni di contributi nel 2021), 102 (64 anni e 38 anni di contributi nel 2022) e 103 (62 anni e 41 anni di contributi entro il 31/12/2023), come per la nuova Quota 103 che oggi ha il calcolo contributivo irrevocabile e prevede un importo massimo erogabile fino alla vecchiaia. Inoltre, per particolari categorie di lavoratori abbiamo gli anticipi dovuti ai precoci oppure a opzione donna.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi