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Rendiconto sociale Inps: cresce il ruolo dei patronati

Su 17,3 milioni di pratiche giunte all’Inps nel 2022, ben 9,3 milioni sono sta presentate dai Patronati. E’ uno dei dati emersi il 24 ottobre nel corso della presentazione del Rendiconto sociale 2022 del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (Civ) dell’Inps. Primario, dunque, il ruolo dei Patronati, interlocutori attivi ed efficaci per attuare l’effettiva presa in carico dei bisogni sociali di tutti i cittadini.

Questo documento restituisce una visione dettagliata e puntuale del Paese, che sembra essere in ripresa, a fronte di alcuni dati incoraggianti.

I dati Inps confermano infatti che dopo due anni in cui la misura della Cassa Integrazione Guadagni è stata largamente utilizzata per salvaguardare migliaia di posti di lavoro nel periodo delle chiusure Covid, a partire dal 2022, invece questa misura si è ridotta drasticamente passando da 989 milioni di ore a 145 milioni di ore.

In termini di spesa, rispetto all’anno precedente si passa da 6 miliardi a 1 miliardo di euro, con un totale di lavoratori coinvolti che scende da 3 milioni a soli 865mila.

Di contro a seguito dello sblocco dei licenziamenti post pandemia si rileva un aumento delle domande di disoccupazione Naspi per un totale di 324 mila accolte, con +19%.

Si riduce anche la spesa per il Reddito di Cittadinanza e per la Pensione di cittadinanza, che scende da 8,8 milioni a 8 milioni di euro, con una riduzione di 9,4 punti percentuali tra 2021 e 2022.

Aumentano i lavoratori assicurati di ben 727.357 unità, dato che determina anche, di pari passo, un aumento dell’8,8% dei contributi versati da parte di imprese e lavoratori. Questo è un dato incoraggiante e che fa ben sperare per la tenuta del nostro sistema previdenziale e per il recupero dell’equilibrio tra attivi e pensionati.

Diminuiscono, infatti, del 3,1% il numero totale delle pensioni liquidate nel 2023, che sono state 28.375 in meno rispetto all’anno precedente.

Nel documento si legge che in termini reali, la spesa per le pensioni si è ridotta, con un netto divario tra pensioni e inflazione. Detta spesa è cresciuta in termini nominali del 3,8%, valore inferiore al tasso di inflazione registrato nell’anno (8,1%) la variazione dell’indice dei prezzi al consumo. In particolare, si rileva che Quota 102 (subentrata a Quota 100) non ha riscosso il successo sperato con un basso tasso di adesione: solo 5.843 domande accolte.

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