il Punto Coldiretti

Riforma pensioni: il lungo dibattito in attesa della legge di bilancio

Sono giorni di attesa per tutti i prossimi pensionandi italiani in fermento per conoscere le novità previdenziali pensate dal nuovo Governo che si appresta a insediarsi e a scrivere la nuova legge di bilancio.
In mancanza di deroghe, dal 2023 per la pensione saranno di regola richiesti 67 anni d’età e 20 di contributi, per la vecchiaia e per la pensione anticipata 42 anni (41 per le donne) e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età.

Si prevede dunque un acceso dibattito sui problemi relativi alla riforma delle pensioni, ma è su un punto che sembrano tutti convergere: il nodo principale da sciogliere è il superamento della legge Fornero e la previsione di nuove ipotesi di flessibilità in uscita, garantendo la sostenibilità del sistema, tenuto conto delle stime contenute nell’ultimo rapporto “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” secondo cui nel 2023, la spesa aumenterà significativamente portandosi al 16,2% del Pil per raggiungere il picco relativo del 16,8% nel 2044.

In ogni caso, i contrasti tra le varie forze politiche e la complessità del tema lascia presagire che difficilmente si troveranno soluzioni concordate nell’immediato. In questa direzione quindi l’ipotesi più accreditata è che entro fine anno con il superamento di “quota 102” si proceda a prorogare misure già esistenti come Ape Sociale e Opzione donna, in scadenza al 31 dicembre, per studiare poi un piano di riforma previdenziale strutturale pluriennale.

Secondo le indiscrezioni che circolano in questi giorni, a partire dal 2023 il Governo potrebbe pensare dunque ad un progetto di riforme incentrato su nuove misure che da un lato guardino al contributivo puro per il calcolo delle pensioni anticipate con percentuali di riduzione dell’assegno pensionistico, al fine di ottimizzare le casse previdenziali, dall’altro prestino un’attenzione particolare ad alcune categorie come benefici pensionistici alle lavoratrici madri con un anno di sconto per ogni figlio, e sarebbe questa una novità, nonché ai lavoratori usuranti per privilegiarne l’uscita in ragione della particolare mansione svolta.

Le proposte in discussione per superare la rigidità della Legge Fornero sarebbero al momento: “Quota 41” è la proposta di uscita anticipata con 41 anni contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. In queste ore si discute su una nuova versione corretta con l’introduzione di un limite di età a 60 anni, o a 61, per salvaguardare i conti pubblici che sarebbe solo una rivisitazione dell’attuale sistema delle quote 100 e 102. Si discute, inoltre, anche di una possibile “Opzione uomo” vale a dire estendere anche agli uomini l’opzione ad oggi riservata solo alle donne, che consente l’uscita a 58 anni per le lavoratrici dipendenti (59 anni per le autonome) con 35 di contributi, optando però per un calcolo dell’assegno con il metodo contributivo, di solito penalizzante.

Fiorito Leo

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi