il Punto Coldiretti

Riforma pensioni: riapre il confronto tra Governo e Parti Sociali

 

Alla vigilia dei cento giorni del nuovo governo Meloni è ripartita al Ministero del lavoro la concertazione con le parti sociali.
Obiettivo lanciare una trattativa per arrivare ad un accordo sulla previdenza e sui meccanismi di miglioramento dell’attuale normativa vigente in materia di flessibilità in uscita, lavori usuranti, Opzione Donna, rilancio e potenziamento della previdenza complementare, assegni pensionistici più adeguati.

Tanti i problemi e le questioni aperte, come anche il tema della cooperazione virtuosa fra Stato e imprese per favorire il ricambio generazionale e favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro senza disperdere il patrimonio di competenze dei più anziani, nonché l’attuale quadro della spesa pensionistica in relazione ai futuri scenari demografici in Italia. A tal proposito durante il tavolo tecnico, il Ministro del lavoro, Calderone ha anticipato la volontà di ripristinare permanentemente il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, a fronte delle pressioni per arrivare a una separazione tra la spesa previdenziale e assistenziale.

Sul punto l’incontro si è svolto all’indomani della presentazione dello studio “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano – Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2021”, curato dal centro studi e ricerche Itinerari previdenziali. Il rapporto, giunto alla sua decima edizione, alla luce dei temi dibattuti si rivela dunque uno strumento importantissimo per esaminare la spesa sostenuta per il welfare, che rappresenta oltre la metà dell’intera spesa pubblica e per capire le scelte governative nella prossima riforma previdenziale.

Nel merito, nel Rapporto 2023 sono analizzati gli andamenti della Gestione per gli interventi assistenziali, quelli delle Prestazioni Temporanee e per le prestazioni di sostegno al reddito, finanziate dalla fiscalità generale, quelli relativi al bilancio Inail e la spesa sanitaria. Dal rapporto, emerge che la spesa per le prestazioni previdenziali del sistema obbligatorio, vale a dire l’insieme dei Fondi gestiti dall’Inps e dalla casse private, nel 2021 è risultata pari a 238,27 miliardi, ovvero 3,97 volte maggiore rispetto ai 58,86 miliardi di euro del 1989, anno iniziale della serie considerata.

In particolare, dal 2015 in poi, la spesa per pensioni, seppur con una media annua di crescita del +0.25%, si è assestata su livelli più alti rispetto al PIL di quanto non fosse negli anni precedenti la crisi. La quota di spesa per pensioni sul Pil eccetto nel 2020 anno del lockdown, non è ulteriormente salita e i saldi nei conti della previdenza sono leggermente migliorati.

Tra il 1989 e il 2021, la spesa assistenziale che l’Inps eroga con una specifica “Gestione per gli Interventi Assistenziali” è aumentata vertiginosamente del 222% (con una media annua del 3.7%), passando da 12,493 miliardi a 40,228 miliardi; tra il 2015 e il 2021 invece da 36,045 a 40,228 miliardi, ossia +20,6% complessivo e media annua del 2,7%.

Il dibattito sulla previdenza italiana continuerà il prossimo 8 febbraio, con un tavolo verticale imperniato su misure e politiche dedicati a giovani e donne. L’intento è quello di tracciare il lavoro dei prossimi mesi e procedere più speditamente mediante incontri settimanali a una riforma strutturale previdenziale, che tenga conto delle volontà di tutte le parti sociali.

Fiorito Leo

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