il Punto Coldiretti

XI Bilancio della Previdenza italiana, gli anticipi pensionistici e i nodi della spesa pubblica

Il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha presentato alla Camera dei deputati l’undicesimo Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale Italiano sulla base dei dati consuntivi 2022 di Inps e Casse professionali di previdenza.

Sono state analizzate entrate contributive e uscite delle diverse gestioni pensionistiche obbligatorie in Italia (per il 96% gestite da Inps), senza tralasciare la spesa per l’assistenza. Al centro, quindi, tutto il sistema previdenziale esaminando la spesa per pensioni e welfare nel bilancio dello Stato, per arrivare a previsioni di medio-lungo periodo, in relazione anche ai futuri sviluppi dell’economia italiana, con l’obiettivo di prevedere la tenuta futura dell’intero sistema in relazione al decremento demografico del nostro Paese, dato già rilevato ampiamente nell’ultimo bilancio sociale di Epaca.

Il lavoro si apre sulle Quote 100 e 102, l’anticipo pensionistico Ape, lavoratori precoci e Opzione donna quali istituti più significativi dei capitoli di spesa Inps 2022, poiché hanno permesso di temperare l’eccessiva rigidità dei requisiti pensionistici dopo la riforma Fornero. Dal 2012 ci sono stati vari tipi di anticipo pensionistico: dai cosiddetti “lavoratori esodati” del governo Monti siamo arrivati ai “lavoratori precoci”, passando per l’Ape Sociale e Opzione Donna, per concludere con le Quote.

Le deroghe pensionistiche dal 2012 al 2022 hanno permesso a più di 800.000 lavoratori di anticipare il pensionamento con i requisiti diversi dalla Legge Fornero, ovvero 143.000 per le 9 salvaguardie, 84.000 per APE sociale, 133.000 Opzione donna, 80.000 precoci e gravosi, 436.000 per Quota 100. A questi, si aggiungono i prepensionamenti o scivoli per singole categorie: giornalisti, i beneficiari dei fondi esubero per le banche e le assicurazioni, l’isopensione e i contratti di espansione, quasi tutti a carico delle imprese, arrivando così a una stima totale di beneficiari di oltre 946.000 unità.

Vediamo qualche dato. Le domande di pensione anticipata Quota 100 presentate a fine 2022 sono state 517.358, a fronte di 436.143 domande accolte, per un costo complessivo di oltre 17 miliardi di euro. Quota 100 ha permesso un anticipo rispetto ai requisiti Fornero in media di 29 mesi, con una spesa tra 2019 e 2022 di 17,3 miliardi rispetto ai circa 21 miliardi previsti. Le previsioni normative parlavano di circa 1,1 milioni di assicurati che avrebbero richiesto la prestazione anticipata, ma in realtà i beneficiari a fine 2022 sono stati circa 445.000. I costi da sostenere fino al 2027 (esaurimento degli effetti di anticipo della prestazione) sono 9,5 miliardi circa, da sommare a quelli spesi fino al 2021 per un totale di 21,4 miliardi circa, contro i 48,58 miliardi previsti nel decreto.

Opzione donna, invece, registra a fine 2022 ben 106.000 potenziali beneficiarie che hanno presentato domanda, ma le accolte sono state 83.468 per una spesa complessiva di circa 1,8 miliardi di euro. Le domande, poi, sono scese progressivamente: se nel 2022 ne sono state liquidate 26.582, nei primi sei mesi 2023 le accolte erano solo 8.437 e l’onere complessivo è stato di un miliardo di euro.
In riferimento al solo 2022, per i Precoci si contano 12.902 accolte su 22.613 domande totali, per un onere pari a 85,3 milioni di euro. L’onere cumulato alla data del 31 dicembre 2022 è di 462,7 milioni di euro per 80.092 domande accolte a fronte di 167.789 domande presentate.

Per l’Ape sociale, invece, le domande accolte sono state 93.765 a fronte di 182.750 totali, con un costo per il 2022 è stato di 571,5 milioni di euro.

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