il Punto Coldiretti

Reati ambientali e smaltimento rifiuti, cambia il Codice

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, due disegni di legge, da sottoporre al parere della Conferenza unificata Stato Regioni.

Il primo provvedimento riguarda il conferimento al Governo di una delega a riordinare, coordinare ed integrare la legislazione esistente in materia ambientale, con particolare riferimento alla gestione dei rifiuti e dei siti contaminati, alla tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche, alla difesa del suolo, alla tutela dell’aria, alle procedure di valutazione d’impatto ambientale, anche strategica, e di autorizzazione ambientale integrata, alla tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente.

Le ragioni su cui si fondando le nuove modifiche risiedono, da un lato, nella necessità di contrastare i fenomeni emergenziali verificatisi in alcune regioni e di riordinare l’impianto sanzionatorio e della tutela risarcitoria per il danno ambientale; e, dall’altro lato, nell’esigenza di adeguare la normativa nazionale a due nuove direttive comunitarie. La disciplina che l’Italia deve recepire concerne sia i reati ambientali gravi, che dovranno essere considerati penalmente rilevanti in tutta l’Unione Europea qualora siano commessi intenzionalmente o per grave negligenza, sia la nuova direttiva quadro sui rifiuti.

Il secondo disegno di legge prevede un più incisivo contrasto alle violazioni della normativa in materia di rifiuti, che hanno comportato gravi rischi di danno ambientale e di compromissione dell’ecosistema.

Il provvedimento riguarda, infatti, il problema delle bonifiche dei territori inquinati a causa di rifiuti scaricati abusivamente e mira a rafforzare gli strumenti di intervento a disposizione delle pubbliche istituzioni. In particolare le nuove previsioni interessano quei siti utilizzati dalla criminalità organizzata per smaltire clandestinamente i rifiuti, anche pericolosi.

Il disegno di legge permette l’accesso, anche senza consenso del proprietario, ad un sito del quale si sospetti fondatamente la possibile contaminazione, anche in quanto limitrofo o comunque prossimo ad aree adibite a discarica abusiva, per potervi effettuare il prelievo e la caratterizzazione delle matrici ambientali.

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