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Residui di fitofarmaci negli alimenti, la percentuale di campioni regolari sale al 99,6%

Gli agricoltori italiano sono sempre più attenti all’uso dei fitofarmaci nell’interesse dei consumatori. E’ quanto emerge da rapporto del Ministero della Salute che ha pubblicato in questi giorni,  i dati sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti relativi all’anno 2012.

Confrontando i risultati dei programmi nazionali di controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari nei prodotti ortofrutticoli a partire dal 1995, risulta evidente come il numero di campioni analizzati sia considerevolmente aumentato fino al 2001, passando da un numero di 7.611 campioni analizzati nel 1995 a 8.857 nel 2001, per poi subire un assestamento ad un livello standard nel periodo 2003-2012. Nel corso dell’anno 2012 sono stati analizzati complessivamente 8294 di campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari. Di questi soltanto 33 sono risultati superiori ai limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, con una percentuale di irregolarità molto contenuta, pari allo 0,4 per cento, contro un 99,6 per cento di campioni regolari.

Relativamente ai campioni risultati non regolamentari, i dati mostrano come la percentuale di superamenti dei limiti massimi di residui abbia subito un decremento nel corso degli anni, passando dal 5,6 per cento nel 1993  fino ad un livello molto contenuto nel 2012, pari allo 0,5 per cento. Questo risultato fa sì che l’Italia sia il paese più sicuro in Europa e nel mondo in termini di impiego di prodotti fitosanitari.

I risultati nazionali emersi  dal rapporto ministeriale sono, infatti, 9 volte inferiori a quelli della media comunitaria, che secondo l’ultimo report dell’Efsa è peggiorata, passando dall’1,6 per cento di irregolarità dello scorso anno all’1,9 per cento, e addirittura oltre di 32 volte inferiori a quelli extracomunitari (6,5 per cento di irregolarità).

Il monitoraggio compiuto dal Ministero della Salute riguarda l’ortofrutta, i cereali,  alcuni prodotti trasformati, quali olio e vino, costituenti importanti della dieta italiana e mediterranea, le elaborazioni riguardanti i baby food, quelle relative ad altri prodotti (trasformati di frutta, ortaggi, cereali, le spezie, i semi, etc), i risultati del piano coordinato comunitario e i prodotti di origine biologica e alcuni alimenti di origine animale.

I baby food o i prodotti trasformati, le spezie, le farine, ed altri, sono stati campionati anche se non previsti tra gli alimenti del piano nazionale proprio al fine di garantire una maggiore tutela non solo dei consumatori ma anche delle fasce più vulnerabili quali i bambini e i vegetariani. Il Ministero evidenzia, inoltre, che rispetto al 2011 le irregolarità si sono mantenute in percentuale costanti ma comunque in diminuzione rispetto agli anni precedenti.

Coldiretti accoglie con estrema soddisfazione i risultati di tale monitoraggio che smentisce categoricamente i dati spesso rilevati e diffusi da soggetti non istituzionali, fatti eseguire da laboratori non autorizzati dalla rete ufficiale di controllo, da cui emergono risultati inattendibili che screditano l’agricoltura italiana quando, invece, le imprese agricole, nel nostro Paese,  hanno acquisito un know how di grande professionalità nel garantire la sicurezza e la salute dei consumatori anche quando si effettuano i trattamenti fitosanitari resisi necessari per evitare la perdita di colture attaccate da parassiti e malattie.

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