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Respinta la richiesta della Pioneer di autorizzare il mais Ogm 98140

L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, non ha potuto esprimersi in via definitiva sulla domanda della multinazionale americana Pioneer Overseas Corporation relativa all’autorizzazione a importare in Europa il mais Ogm 98140, resistente agli erbicidi glifosate e inibitori dell’Als – acetolattato sintasi (ad es. Chlorimuron e thifensulfuron), per l’utilizzo nel settore alimentare e mangimistico. Non è prevista la coltivazione del prodotto in Europa. Il mancato parere dipende dal fatto che la Pioneer non ha presentato i dati essenziali per eseguire una valutazione completa del rischio.

Le sperimentazioni effettuate della multinazionale si sono rivelate, infatti, insufficienti, in quanto le prove negli Usa e nel Canada avevano come standard un mais anch’esso Ogm (contrariamente a quanto richiesto dalla linea guida, secondo cui il confronto deve essere fatto con un mais convenzionale), mentre quelle effettuate in Europa sono state condotte utilizzando uno standard di riferimento corretto ma in una sola annata, contro un minimo ammissibile di due.

In particolare, l’Efsa non è riuscita a giungere a una conclusione complessiva sui potenziali rischi per la salute umana e animale derivanti dal mais Gm (geneticamente modificato) 98140 resistente agli erbicidi in quanto la richiesta di valutazione non ha soddisfatto tutti gli standard minimi stabiliti dalle linee guida dell’Autorità.

Il gruppo di esperti scientifici sugli organismi geneticamente modificati (Gmo) dell’Autorità ha riscontrato l’impossibilità di eseguire la valutazione comparativa del mais Gm, dal momento che gli studi presentati a corredo della richiesta di autorizzazione contenevano dati insufficienti sulle caratteristiche della pianta, ad esempio per quanto riguarda la composizione e l’aspetto.

Secondo l’Efsa, la valutazione comparativa, in cui le piante geneticamente modificatee gli alimenti e i mangimi da esse derivati sono confrontati con i rispettivi omologhi ottenuti con metodi convenzionali, noti come varietà di controllo, costituisce il requisito fondamentale per la valutazione del rischio da Ogm. L’assunto alla base di questo metodo, previsto dalla legislazione dell’Unione europea vigente per tutte le richieste di autorizzazione di Ogm, è che, poiché l’uso sicuro degli alimenti e dei mangimi derivati da piante coltivate in modo convenzionale è ben documentato, questi possono servire come base per la valutazione del rischio da alimenti e mangimi derivati da piante Gm.

Dopo una valutazione iniziale delle prove sul campo eseguite dal richiedente, l’Agenzia ha concluso che la varietà di pianta scelta dal richiedente come varietà di controllo non fosse valida. Come per quasi tutte le richieste di autorizzazione di Ogm presentate all’Efsa (ad oggi il 98 per cento), gli scienziati dell’Autorità hanno, quindi invitato il richiedente a presentare dati supplementari che consentissero un’adeguata valutazione del mais GMm98140. Invece, nemmeno stavolta le informazioni fornite dall’azienda relativamente alle prove sul campo eseguite per la valutazione comparativa hanno soddisfatto i criteri prescritti nei documenti guida.

Per alcuni aspetti del fascicolo di richiesta, tuttavia, il gruppo Ogm è stato in grado di condurre a termine la valutazione della sicurezza. L’Efsa ha concluso di non aver riscontrato alcuna indicazione di allergenicità relativa alle nuove proteine espresse GAT4621 and ZM-HRA nella pianta Gm. L’enzima GAT4621 é  una glifosate acetiltransferasi (Gat), la cui sintesi è codificata da una forma ottimizzata del gene GAT4621, trasferito dal Bacillus licheniformis nel corredo genetico del mais 98140, per acquisire la resistenza al famoso derivato della glicina.

La linea guida prevede che le proteine debbano essere testate in studi di somministrazione ripetuta della durata di almeno 28 giorni. Lo studio prodotto dal notificante, seppur non avesse evidenziato particolari criticità, non riportava nessun dato sull’ematologia e la coagulazione, indispensabili per esprimere un giudizio sulla sicurezza della sostanza testata. L’altro complesso proteico Zm – HRA, che conferisce resistenza agli erbicidi inibitori dell’Als, essendo una versione ottimizzata di un gene proveniente dal mais stesso, non ha invece fornito preoccupazioni particolari.
 
L’Efsa ha, infatti, confermato che gli elevati livelli di taluni costituenti del mais Gm 98140 (aminoacidi trovati anche in piante convenzionali) non hanno dato adito a motivi di preoccupazione per la sicurezza di esseri umani e animali. Il gruppo ha inoltre concluso che è improbabile che il mais Gm abbia effetti avversi sull’ambiente nel contesto degli usi per esso previsti in alimenti e mangimi, nonché a finalità di importazione e di lavorazione.

Ma nel complesso, a causa delle inadeguatezze presenti nella valutazione comparativa eseguita dal richiedente, l’Autorità non ha potuto completare la valutazione del rischio da mais 98140 e non è stata quindi in grado di pervenire a conclusioni in merito alla sua sicurezza per quanto riguarda i potenziali effetti sulla salute umana e animale.

La valutazione del rischio è stata eseguita dall’Efsa  in base al suo mandato, che è quello di fornire consulenza scientifica indipendente alle istanze decisionali dell’Unione europea. I gestori del rischio della Commissione europea e gli Stati membri tengono conto delle valutazioni dell’Agenzia, insieme ad altri fattori, al momento di decidere in merito all’autorizzazione degli Ogm.

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