il Punto Coldiretti

Riforma dell’agricoltura biologica, le proposte Coldiretti al Comitato Economico e Sociale Ue

Coldiretti è intervenuta, unica Organizzazione professionale agricola, all’audizione pubblica tenuta dal Comitato Economico e Sociale dell’Ue, a Bruxelles  sul tema “L’avvenire della produzione biologica in Europa”. L’evento è stato organizzato dal Comitato, al fine di ascoltare le diverse opinioni degli stakeholders sulla proposta di regolamento della Commissione Ue che si appresta a sostituire i reg. CE 834/2007 e 889/2008, le norme quadro del settore, al fine di elaborare poi una propria posizione finale.

Coldiretti è intervenuta nella seconda sessione della mattina, illustrando la situazione italiana della filiera dell’agricoltura biologica sulla base di un’analisi del trend  2000-2013. Coldiretti ha evidenziato che l’Italia è il settimo paese nel mondo per le produzioni bio,  il quarto in Europa per il mercato di tali prodotti che comprese le esportazioni vale più di 3 miliardi di Euro, ed il secondo paese nell’Ue per Sau investita a biologico, ma la prima per numero di operatori che si dedicano alla produzione di alimenti bio. 

A fronte di un trend crescente dei consumi che, secondo i dati Ismea risulta in crescita fin dal 2003, toccando un +17% nel 2003 e con il 45% degli italiani che compra attualmente prodotti biologici, si registra, invece, rispetto al 2000 un calo del numero di operatori del 3% . in particolare, diminuiscono  proprio le imprese agricole biologiche (-16.6%), mentre crescono in modo esponenziale, le imprese agricole che fanno anche trasformazione, i preparatori esclusivi e gli importatori che addirittura quadruplicano rispetto al 2000 (+288%).L’analisi dei dati della SAU, investita a biologico, evidenzia, invece, un aumento di tutti gli ordinamenti colturali ad eccezione delle produzioni cerealicole e dei foraggi che si riducono rispettivamente dell’1,6% e del 38,1%. Finalmente, si registra, quindi, un trend in aumento per le produzioni ortofrutticole e per gli ortaggi (+56%),  ma anche un boom della viticoltura (+117,4%) che raddoppia le sue superfici rispetto al 2000.

Coldiretti ha evidenziato che il ridursi del numero di imprese agricole biologiche, dovuto ad una contrazione del sostegno della misura 214 dei Psr ed il parallelo aumento delle superfici investite a bio, si spiega con il fatto che le imprese agricole biologiche che sono rimaste sul mercato, hanno ampliato la propria azienda dando luogo ad una sorta di ricomposizione fondiaria. Un trend in crescita si registra anche per la zootecnia biologica: un analisi dei dati 2007-2013 consente di evidenziare un aumento di capi pari al 61,8%.

Risultano in diminuzione le specie bovine (- 5.1%) e ovicaprine (-1.6%), a fronte di una crescita di tutte le altre. Aumentano anche le importazioni di frutta fresca e in guscio (+112,8%), mentre si riducono quelle di ortaggi (-24.1%) e cereali (-73.3%).  Rispetto al settore cerealicolo Coldiretti ha evidenziato che proprio in uno dei settori tradizionali dell’alimentare italiano per la produzione di pasta, pana e prodotti dolciari, si evidenzia una diminuzione delle superfici investite a grano biologico ( – 1.6%) ed una diminuzione delle importazioni.

L’offerta, pertanto, di grano biologico risulta insufficiente a coprire la domanda da parte dell’industria di trasformazione. Questo dato è molto importante in quanto tramite gli aiuti della Pac e dei Psr occorre assolutamente incentivare la produzione nazionale sia di grano duro che di grano tenero. Stessa indicazione vale anche per il settore ortofrutticolo che, registra un trend in aumento sia della produzione nazionale che delle importazioni. Ciò significa che l’offerta italiana, seppure in crescita, di ortofrutta bio (+51% rispetto al 2000) non risponde alla domanda dei consumatori italiani che evidentemente è  molto elevata per cui, occorre ridurre le importazioni incentivando la produzione nazionale di prodotti ortofrutticoli.

In sostanza, Coldiretti ha evidenziato come i consumi di alimenti bio stanno crescendo in misura maggiore della produzione italiana e questo determina un maggior ricorso complessivo alle importazioni. Risulta, quindi, necessario promuovere politiche che inducano ad un maggiore sviluppo della filiera degli alimenti biologici investendo non solo nella produzione, ma anche in strutture di trasformazione e commercializzazione nonché in progetti di marketing che valorizzino tramite uno specifico logo gli alimenti biologici ottenuti  al 100% in Italia.

Coldiretti, inoltre, ha contestato la previsione di Ifoam secondo la quale la proposta di regolamento, volendo, introdurre  norme più restrittive comporterà una diminuzione del numero delle imprese biologiche, perché tale affermazione non è basata da alcuno studio economico di impatto ed ha evidenziato come la conversione delle aziende si ottiene, non continuando a consentire le aziende miste e le deroghe ai principi essenziali del metodo biologico,  ma  investendo sulla formazione ed i servizi di assistenza tecnica agli imprenditori agricoli e, soprattutto sulla ricerca in campo agronomico che deve dare soluzioni innovative agli agricoltori biologici rispetto alle problematiche di difesa fitosanitaria delle colture, alla scelta delle varietà e delle razze più adatte al metodo biologico nonché all’alimentazione ed al benessere animale, favorendo l’incremento delle rese  e mantenendo accettabili i costi di produzione, al fine di garantire, ai consumatori, alimenti al 100% bio ed un equo reddito agli agricoltori.

Si profila, quindi, per il Comitato Economico e Sociale, a seguito di quanto emerso, il compito difficile di mediare tra le diverse posizioni, visto che  dovrà  elaborare, a breve, un documento per esprimere il parere finale da trasmettere alla Commissione Ue.

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