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Riforma delle legge sulle aree protette, ecco le proposte Coldiretti

Coldiretti ha presentato alla XIII Commissione Ambiente del Senato un pacchetto di emendamenti al disegno di legge di riforma della legge 394/91 sulle aree protette. Le proposte puntano a riconoscere il ruolo e il valore dell’agricoltura all’interno di tali aree richiamando le funzioni che essa svolge a tutela dell’ambiente e della biodiversità grazie alla Politica Agricola Comunitaria e con l’obiettivo di rimuovere un’impostazione rigidamente vincolistica per garantire un nuovo equilibrio tra il diritto di “fare impresa” e quello di conservazione della natura.

L’impegno di arrestare il progressivo deterioramento della campagna, proteggendo e ripristinando qualità paesaggistiche, è stato inizialmente tradotto, all’esterno dei confini dell’ambiente abitato, nella istituzione di parchi e di altre aree verdi che identificano e circoscrivono particolari habitat con tutti i connessi valori  ambientali e culturali, salvo dimenticare, sopra tutto, nei programmi di disciplina, che il territorio soggetto a misure di salvaguardia fosse prevalentemente occupato da attività agro-silvo- pastorali che rispondono a logiche di investimento e di sviluppo.

Coldiretti ha evidenziato come il risultato che ne è conseguito dalla legge attualmente vigente è stato quello di privilegiare alcuni contesti ambientali di rilevanza scenografica, con l’introduzione di vincoli mediante la tradizionale tecnica di zoning, rinunciando ad affermare sul resto del territorio una disciplina specifica attraverso adeguati indirizzi di riqualificazione della complessità, della ricchezza e delle dinamiche dei contesti spaziali in una prospettiva anche di sviluppo di tali aree nelle quali sono comunque presenti realtà produttive di diversi settori.

Queste sono le ragioni per cui nella l.n. 394 del 1991 l’agricoltura ha uno spazio residuale che va spiegato, appunto, con le idee prevalenti nella società e nella cultura. Oggi, però, le cose stanno diversamente ed occorre – nel modificare quel testo – essere, più coraggiosi al fine di costruire un più deciso collegamento tra sviluppo dell’agricoltura e salvaguardia della natura.

Nell’ambito di una nuova prospettiva, un’azione di riqualificazione delle complessità ambientali e paesaggistiche è svolta dalla disciplina di attuazione di Rete Natura 2000, in cui i parchi e le riserve assumono il ruolo di nodi interconnessi tra di loro e con i vari ambiti locali. D’altra parte, occorre considerare che il territorio soggetto a norme di conservazione, e prevalentemente occupato da attività agro-silvo-pastorali.

La localizzazione delle imprese nelle aree protette costituisce un’opportunità per le imprese agricole perché permette di: promuovere filiere – corte e incontrare i consumatori; ridurre i costi connessi con alla valorizzazione dell’immagine aziendale e di quella dei propri prodotti; far vivere al visitatore – cliente il contesto di qualità dentro il quale hanno origine i prodotti alimentari ed i servizi del tempo libero; valorizzare economicamente l’identità dell’area di produzione, fornendo in tal modo ulteriori motivazioni di acquisto; inserire il proprio prodotto nel circolo virtuoso della memoria che caratterizza ogni momento di vacanza, attribuendogli il valore aggiunto della categoria delle emozioni.

In sostanza, il sistema dei parchi e le aree della rete Natura 2000 si configurano come ideali territori di progetto in cui realizzare azioni dirette a promuovere lo sviluppo rurale, favorire politiche locali di prevenzione di siti di alto valore biologico, mettere in atto azioni di funzione della diversificazione e della qualità dei prodotti agroalimentari, valorizzare le risorse turistiche locali e le caratteristiche storiche e culturali.

I principali emendamenti proposti da Coldiretti riguardano i seguenti aspetti: il richiamo alle leggi di orientamento in agricoltura e nel settore forestale (dlgs 228/91 e dlgs 227/91) che consentono alle Pubbliche Amministrazioni e, quindi, all’Ente parco di stipulare convenzioni con le imprese agricole e forestali per effettuare lavori di manutenzione e di ripristino degli habitat nonché interventi volti a garantire l’assesto idrogeologico; l’inserimento di rappresentanti delle Organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo nei Consigli Direttivi degli Enti parco al fine di garantire potere decisionale alle imprese agricole in merito agli orientamenti di gestione del parco; la previsione di norme puntuali atte a  limitare il fenomeno dei danni da fauna selvatica, in generale, con disposizioni specifiche  per  le specie protette dei grandi carnivori ( ad es. orsi e lupi) e migliorare il sistema di risarcimento dei danni.

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