il Punto Coldiretti

Rinnovabili, il Veneto vuole escludere le aree ad alta utilizzazione agricola

Coldiretti si è da sempre espressa in favore dell’introduzione di opportuni criteri di bilanciamento tra la necessità di favorire la diffusione delle fonti rinnovabili e i loro impatti sul territorio, quando gli impianti non vengono dimensionati opportunamente e le tecnologie applicate non garantiscono adeguati sostenibilità ambientale, sociale e territoriale degli interventi.

Tra gli strumenti principali, in questo senso, vanno senz’altro annoverate le linee guida, emanate con decreto dal Ministero dello Sviluppo economico il 10 settembre 2010, che hanno proprio lo scopo di accompagnare i procedimenti autorizzativi degli impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili, assicurando il loro corretto inserimento nel paesaggio attraverso la possibilità, da parte delle amministrazioni regionali, di individuare le aree e i siti da dichiarare non idonei sulla base di alcuni criteri.

Il decreto stabilisce, inoltre, che le amministrazioni regionali avrebbero dovuto adeguare le rispettive discipline entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, ma questo processo ha subito numerosi ritardi e non tutte le Regioni hanno deliberato in merito. Tuttavia, la Giunta regionale del Veneto ha finalmente approvato la proposta di delibera per il recepimento delle citate linee guida.

Il provvedimento dichiara non idonee, in analogia con le zone già decretate non idonee per il fotovoltaico a terra: le aree tutelate a vario titolo (Parchi, Zps, Sic, in particolare in collina e montagna); le aree agricole che a fascicolo del produttore risultano impegnate per produzione di Docg, Doc, Igt, Dop, Igp, produzioni biologiche; le aree agricole del (opportunamente mappate) denominate “ad elevata utilizzazione agricola” e “agropolitane di pianura”, per i soli impianti con più di 1 MW di potenza e con colture vegetali dedicate che superano il 30% del fabbisogno di biomassa.

Quest’ultima limitazione risulta particolarmente efficace, in quanto esclude dall’installazione di impianti di biogas alimentati esclusivamente con mais ceroso gran parte del territorio di pianura. L’esclusione va vista in chiave positiva, rispetto ai numerosi problemi che hanno caratterizzato la grande diffusione di questa tipologia di impianti in pianura padana, tra i quali l’aumento dei valori di affitto dei terreni agricoli, la diminuzione della disponibilità di terreni adibiti al foraggio per le attività zootecniche e incidenze negative sul costo di produzione del latte.

Si rileva, inoltre, che la citata norma raccoglie la richiesta, a suo tempo (un anno fa) approvata dalla Giunta esecutiva di Coldiretti Veneto, nella quale si proponeva questa limitazione per gli impianti oltre 0,5 Mw (indicazione che speriamo verrà accolta nella definitiva approvazione del documento, per la quale si deve attendere il parere della competente Commissione consiliare). La proposta di delibera del Veneto assume, quindi, particolare importanza anche nella speranza che possa fungere da apripista per le altre Regioni in ritardo in questo settore.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi