il Punto Coldiretti

Riso, autorizzato l’uso in emergenza del Propanile

Il Ministero della Salute, il Ministero delle Politiche agricole e il Ministero dell’Ambiente, con il parere positivo degli esperti della Commissione consultiva dei prodotti fitosanitari, hanno accolto  l’istanza presentata da Coldiretti per garantire l’uso in emergenza del Propanile sul riso, molecola che ha un ruolo molto rilevante per la difesa fitosanitaria di tale coltura.

A decorrere dal 1° aprile 2014, per 120 giorni, i risicoltori possono impiegare il Propanile, ai sensi dell’art. 53 del reg. CE 1107/2009. La sostanza attiva è un erbicida selettivo da utilizzare in post-emergenza del riso e delle infestanti ed è attiva nei confronti del  Cyperus difformis, Schoenoplectus mucronatus, Bolboschoenos maritimus, Alisma plantago-aquatica, Alisma lanceolata, Ammannia spp., Bidens spp. ed altre infestanti monocotiledoni e dicotilenodi, prveninti da eme, nei primi stati del loro sviluppo. Esplica, inoltre, un’azione complementare nel controllo di Echlnochloa crus-galli e degli altri giavoni rossi.

Il Propanile, però, come stabilisce il decreto 1 aprile 2014, non può essere utilizzato nelle aree classificate come siti della Rete natura 2000 analogamente a quanto era stato previsto anche nel 2013. Il decreto, stabilisce, tuttavia che la casa produttrice completi il monitoraggio per valutare eventuali effetti negativi nei confronti egli uccelli e dei mammiferi, degli organismi acquatici e artropodi non bersaglio i cui risultati dovranno essere trasmessi al Ministero della Salute per le successive valutazioni.

Coldiretti apprezza il lavoro svolto dai Ministeri competenti e dagli esperti della Commissione consultiva che hanno riconosciuto l’importanza di garantire il ricorso al Propanile, anche quest’anno, ai risicoltori, visto che la molecola non ha ancora ottenuto l’inserimento nell’allegato al reg. CE 540/2011.

Secondo i più recenti dati dell’Istat (anno 2011), l’Italia è il primo paese produttore di riso nell’Unione europea (rappresenta il 48% della produzione europea) con 246.537 ha, equivalente al 7% della superficie nazionale investita a cereali e  15.558.330 quintali di produzione,  per una resa media di 6,31 tonnellate per ettaro. A livello europeo, l’Italia è seguita da Spagna (30% della produzione europea) e, con quote nettamente inferiori, da Grecia, Portogallo e Francia (rispettivamente 8%, 6% e 4%).

Ad oggi alcune varietà sono coltivate solo nel nostro Paese ed altri Stati membri dell’Ue seminano le nostre varietà. Risulta estremamente importante tutelare, pertanto,  la competitività di una coltura che ha un ruolo chiave nell’economia e nella conservazione una vasta area del territorio italiano anche sotto il profilo della biodiversità visto che le risaie sono fondamentali per la sopravvivenza di molte specie ed organismi.

Il riso può essere considerato, pertanto, una coltivazione con forte impatto sociale, dato che si svolge su aree dove frequentemente nessun’altra agricoltura è possibile. In particolare, il riso migliora sensibilmente la sostenibilità ambientale e ha un’importanza fondamentale per il mantenimento di alcuni ecosistemi, per la qualità delle acque, la lotta contro la salinizzazione dei terreni e per la difesa, della biodiversità.

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