il Punto Coldiretti

Riso, autorizzato l’uso in emergenza del Propanile

Il Ministero della Salute, il Ministero delle Politiche Agricole ed il Ministero dell’Ambiente, con il parere positivo degli esperti della Commissione consultiva dei prodotti fitosanitari, hanno accolto  la richiesta di Coldiretti per garantire l’uso in emergenza del Propanile sul riso, molecola che ha un ruolo molto rilevante per la difesa fitosanitaria di tale coltura.

A decorrere dal 1° aprile 2014, fino al 29 luglio 2015, i risicoltori possono impiegare il Propanile, ai sensi dell’art. 53 del reg. CE 1107/2009. La sostanza attiva è un erbicida selettivo da utilizzare in post-emergenza del riso e delle infestanti ed è attiva nei confronti del  Cyperus difformis, Schoenoplectus mucronatus, Bolboschoenos maritimus, Alisma plantago-aquatica, Alisma lanceolata, Ammannia spp., Bidens spp. ed altre infestanti monocotiledoni e dicotilenodi, nei primi stati del loro sviluppo. Esplica, inoltre, un’azione complementare nel controllo di Echlnochloa crus-galli e degli altri giavoni rossi.

Il Propanile, però, come stabilisce il decreto 5 marzo 2015, non può essere utilizzato nelle aree classificate come siti della Rete natura 2000 analogamente a quanto era stato previsto anche nel 2014. La casa produttrice ha comunque effettuato il monitoraggio che le era stato richiesto al fine di escludere eventuali effetti negativi nei confronti egli uccelli e dei mammiferi, degli organismi acquatici e artropodi non bersaglio.

Coldiretti apprezza il lavoro svolto dai Ministeri competenti e dagli esperti della Commissione consultiva che hanno riconosciuto l’importanza di garantire il ricorso al Propanile, anche quest’anno, ai risicoltori, visto che la molecola non ha ancora ottenuto l’inserimento nell’allegato al reg. CE 540/2011. Il dossier è, in ogni caso, in corso di valutazione presso la Commissione Ue.

La richiesta degli usi di emergenza richiesti da Coldiretti per il riso si inserisce in un contesto di forte crisi economica del settore. L’Italia, pur essendo il primo produttore europeo, con 216.000 ettari di coltivazioni e una filiera che dà lavoro a 10.000 famiglie, a causa della liberalizzazione delle importazioni dall’Asia sta subendo una forte crisi. Secondo un’indagine condotta da Coldiretti, negli ultimi cinque anni, in Italia, è stata chiusa un’azienda agricola su cinque (il 20% delle aziende risicole totali).

Ad oggi alcune varietà sono coltivate solo nel nostro Paese ed altri Stati membri dell’Ue seminano le nostre varietà. Risulta estremamente importante tutelare, pertanto, la competitività di una coltura che ha un ruolo chiave nell’economia e nella conservazione una vasta area del territorio italiano anche sotto il profilo della biodiversità visto che le risaie sono fondamentali per la sopravvivenza di molte specie ed organismi.

Il riso può essere considerato, pertanto, una coltivazione con forte impatto sociale, dato che si svolge su aree dove frequentemente nessun’altra agricoltura è possibile. In particolare, il riso migliora sensibilmente la sostenibilità ambientale e ha un’importanza fondamentale per il mantenimento di alcuni ecosistemi, per la qualità delle acque, la lotta contro la salinizzazione dei terreni e per la difesa, della biodiversità.

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