il Punto Coldiretti

Riso, Coldiretti ottiene anche l’uso d’emergenza del Quinclorac

L’attenzione che Coldiretti riserva alla tutela della coltura del riso ha consentito di ottenere oltre all’uso d’emergenza del Propanil anche quello del Quinclorac, sostanza attiva impiegata per la lotta ai giavoni. Coldiretti ha vista accolta la propria istanza di richiesta d’uso d’emergenza del Quinclorac con l’emanazione del decreto ministeriale 24 aprile 2013 (leggi) che ha autorizzato l’impiego del prodotto fitosanitario Facet Flow prodotto dalla BASF, per combattere specificamente le infestanti  del genere Echinochloa (giavoni) del riso nella fase di post-emergenza.
 
L’autorizzazione è stata concessa per 120 giorni ed avrà validità fino al 22 agosto 2013. Nel corso dell’istruttoria sono stati acquisiti i pareri del Ministero delle Politiche agricole e del Ministero dell’Ambiente, nonché della Commissione Consultiva dei Prodotti Fitosanitari che ha approvato il piano di monitoraggio proposto dall’Impresa Basf Italia Srl al fine di determinare l’impatto ambientale nelle acque di superficie e di falda a seguito dell’uso della sostanza attiva Quinclorac, i cui risultati dovranno essere trasmessi al Ministero della Salute per le successive valutazioni.
 
Tuttavia, come nel caso dell’uso d’emergenza del Propanil, anche per il Quinclorac è stata approvata la restrizione d’uso che prevede il divieto di utilizzo del prodotto in questione nelle aree classificate come siti della Rete Natura 2000 (zone SIC e ZPS)  La difesa delle avversità costituisce, una fase tra le più importanti della produzione del riso, mentre le tecniche colturali stanno subendo un forte condizionamento dovuto al difficile reperimento, sul mercato, di erbicidi efficaci per il contenimento dei giavoni (Echinocloa spp.) nelle risaie.

In particolare, recenti studi condotti dall’Università di Agraria di Torino, hanno individuato 29 biotipi di giavone resistenti in risaia (25 popolazioni di Echinocloa crus-galli e 4 popolazioni di Echinocloa phyllopogon). Le specie Echinocloa phyllopogon ed Echinocloa erecta mostrano un’elevata sensibilità all’acquisizione della resistenza. Questa è già particolarmente elevata nei confronti degli erbicidi inibitori dell’Als. L’alternanza e/o abbinamento di erbicidi inibitori Als ed Accasi può portare ad un miglioramento del controllo dei giavoni ed a un rallentamento dell’insorgenza delle resistenze.

La presenza di popolazioni di giavoni resistenti è segnalata in Piemonte, Lombardia e Toscana dal 2000, nonché popolazioni resistenti agli ALS in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna dal 2008 e popolazioni con resistenze multiple dal 2009. Il fenomeno è in rapida evoluzione e non sono attualmente segnalati nuovi erbicidi con meccanismo d’azione efficace.

La sostanza attiva Quinclorac – erbicida sistemico di post emergenza – era autorizzata e commercializzata in Italia, come prodotto fitosanitario Facet SC (numero di registrazione 8457 del 16.11.1993). Tale prodotto è stato revocato, in data 30 giugno 2004, a seguito della  Decisione 2004/129/CEE di non inclusione in Allegato I della Direttiva 91/414/CE della sostanza attiva. Tuttavia, per assenza di valide alternative per il controllo di importanti infestanti delle risaie e per la comprovata efficacia nei confronti dei giavoni alla dose di 375-750 g s.a./ha, sono stati concessi gli usi essenziali del Quinclorac fino al 30 giugno 2007 in alcuni Paesi Europei tra cui l’Italia. La sostanza attiva, peraltro, non è stata inclusa in Allegato I della Direttiva 91/414/CE, perché non difesa dalla ditta produttrice e non per mancata approvazione della Commissione Europea.

La mancanza di sostanze attive paragonabili all’efficacia del Quinclorac ha generato problemi nella scelta della linea di difesa contro i giavoni. Si è individuato nel corso degli ultimi anni il bisogno di disporre di nuovi erbicidi mirati a controllare tale importante avversità e pertanto, le Amministrazioni competenti, hanno riconosciuto, che la sostanza attiva Quinclorac, presenta i requisiti per poter contribuire in modo significativo ad aumentare il livello di protezione della coltura del riso.  Del resto, l’Italia è il primo paese produttore di riso nell’Ue in quanto con 246.540 ha coltivati nel 2011 (fonte: Ente Risi) rappresenta il 52% della superficie investita a riso nell’Unione stessa.

La maggior parte delle varietà (Carnaroli, Baldo, Arborio, Vialone Nano, etc.), sono coltivate solo nel nostro Paese. La perdita di queste varietà comporterebbe un danno non solo in campo economico, ma anche in termini di tradizione, specificità e biodiversità. Grazie ad una attenta gestione della Politica Agricola Comune che, per il settore, è sempre stata caratterizzata da una specificità e da una differenziazione rispetto agli altri cereali, la coltivazione del riso in Italia ha potuto espandersi in termini di superfici per venire incontro alle esigenze dei consumatori.

In questi ultimi anni, infatti, all’interno dell’Unione Europea, il consumo di riso è cresciuto notevolmente ed il riso italiano ha saputo conquistare una marcata leadership, con una quota pari al 40%, anche per gli importanti investimenti industriali che hanno consolidato ed ampliato le reti commerciali. A fronte di questa situazione, Coldiretti esprime grande apprezzamento per l’attenzione riservata dai Ministeri competenti alle problematiche fitopatologiche del riso.

Del resto, la resistenza è un fenomeno in continua espansione ed ha diverse conseguenze quali: perdita di produzione, incremento dei costi per gli agricoltori, incremento dell’impiego dei fitofarmaci per compensare la perdita di efficacia, con conseguente aumento del rischio per gli utilizzatori, i consumatori e l’ambiente, totale o parziale perdita di costosi strumenti tecnici quali sono i fitofarmaci. Grazie, quindi, all’opportuno intervento delle amministrazioni nazionali competenti, quest’anno i risicoltori potranno beneficiare di idonei strumenti per la difesa di una coltura d’eccellenza nel panorama agroalimentare italiano.

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