il Punto Coldiretti

Riso, ok all’uso d’emergenza del chlorantraniliprole e del triciclazolo

Buone notizie per i risicoltori. La Commissione consultiva dei prodotti fitosanitari, istituita presso il Ministero della salute, ha approvato l’uso in deroga, ai sensi dell’art. 53 del reg. CE 1107/2009, del chlorantraniliprole per la lotta al punteruolo acquatico (Lissorhoptrus oryzophilus) e del triciclazolo per il brusone del riso. Tale coltura, in questo momento, risente moltissimo della mancanza sul mercato di alcune molecole indispensabili per la lotta fitopatologica ad alcune ad alcune avversità particolarmente aggressive.

Di qui la necessità di ricorrere allo strumento dell’uso d’emergenza per una coltura che rappresenta un alimento di punta dell’agroalimentare italiano. L’Italia è il primo paese produttore di riso nell’Ue in quanto con 247.594 ha coltivati nel 2010 (fonte: Ente Risi) rappresenta il 52% della superficie investita a riso nell’Unione stessa (475.752 ha). La maggior parte delle varietà (Carnaroli, Baldo, Arborio, Vialone Nano, etc.) è coltivata solo nel nostro Paese. La perdita di queste varietà comporterebbe un danno non solo in campo economico, ma anche in termini di tradizione, specificità e biodiversità.

Il provvedimento era quanto mai necessario in quanto il punteruolo acquatico è uno dei principali fitofagi del riso nel mondo, ormai stabilmente insediato anche negli areali italiani che sono Piemonte, Lombardia,Veneto, Calabria e Sardegna. La perdita di produzione a causa di questo  coleottero curculionideo può raggiungere il 30%.

Il chlorantraniliprole, prodotto dalla Dupont, è registrato in 30 paesi nel mondo ed è da tempo impiegato sulle orticole ed in Usa anche sul riso proprio per l’efficacia dimostrata contro il punteruolo acquatico. L’elevata efficacia, la costanza dei risultati, l’estrema selettività verso le colture e l’ottimo profilo tossicologico ed ambientale lo rendono adatto per l’impiego in programmi di produzione integrata. Il chlorantraniliprole viene impiegato nel riso come conciante del seme, pratica da tempo consolidata per sostanze attive ad azione fungicida.

Dupont ha, quindi, messo a punto una formulazione adatta alla concia. Di qui l’importanza di aver ottenuto  l’autorizzazione all’uso d’emergenza  che è stato concesso per un periodo di 120 giorni, compreso tra il 1° febbraio e il 31 maggio. Contemporaneamente, l’industria sta predisponendo l’iter amministrativo per ottenere in futuro la registrazione definitiva di tale molecola per il riso.

Nell’etichetta proposta da DuPont è indicato che il prodotto può essere utilizzato a due differenti dosaggi, 80 e 100 grammi per quintale di seme. Questo in quanto le dosi di semente per ettaro possono variare di molto. La dose più alta è comunque  da preferire in caso di infestazioni elevate.

Dalle prove effettuate, la molecola ha mostrato risultati molto soddisfacenti che una rappresentanza di risicoltori associati a Coldiretti ha potuto constatare, visitando i campi sperimentali nel nord-Italia.

In diverse prove di produzione le sementi conciate hanno fornito una media di 8,126 tonnellate per ettaro, contro le 7,8 degli appezzamenti trattati con piretroidi e le sole 7,07 tonnellate/ha del “non trattato”. Tradotto in percentuale, rispetto al riso non trattato con il chlorantraniliprole avrebbe permesso un 15% in più di produzione e un 13% in più  rispetto al trattamento con piretroide.Le prove sperimentali stanno dimostrando anche l’efficacia della molecola sugli afidi. Se ciò fosse verificato nelle sperimentazioni future, la concia consentirebbe di controllare anche questi parassiti.

Anche dal punto di vista dei residui della sostanza nel riso la concia sembra rispondere ampiamente alle aspettative di sicurezza alimentare in quanto ha sempre mostrato nelle sperimentazioni valori al di sotto degli 0,4 ppm, ovvero il limite di  residui armonizzati a livello europeo.Infine, l’ottimo profilo ecotossicologico della sostanza consente di non esporre a rischi pronubi e insetti utili, come pure gli altri organismi che vivono in ambiente acquatico, come per esempio le rane e altri anfibi.

Non meno importante, infine, per Coldiretti, è aver ottenuto anche per questo anno,l’uso d’emergenza del triciclazolo, prodotto dalla Dow Agrosciences. I dati evidenziano che solo il 2,5% delle varietà coltivate in Italia è, infatti,  tollerante al brusone (il 64,9% è mediamente sensibile, il 32.6% sensibile) che è una malattia fungina causata dai patogeni Magnaporthe oryzae e Pyricularia oryzae e colpisce tutte le parti della pianta. Coldiretti esprime, quindi, notevole soddisfazione per il lavoro compiuto dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole che in sede di Commissione consultiva hanno saputo comprendere ed accogliere, con sensibilità e competenza le istanze dei risicoltori italiani.

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