il Punto Coldiretti

Salute delle api, neonicotinoidi ancora nel mirino

Il Mediatore europeo, Nikiforos Diamandouro, ha accolto con favore le misure recentemente intraprese dalla Commissione europea per combattere l’aumento della mortalità delle api nell’Unione, che è potenzialmente legato all’uso di certi insetticidi (neonicotinoidi). Il mediatore europeo ha il compito di dirimere le contestazioni sollevate da cittadini, associazioni, imprese o Stati membri nei confronti dell’operato delle istituzioni europee. In sostanza il mediatore offre un servizio veloce, flessibile e mira a risolvere i problemi che nascono con le amministrazioni europee.

L’inchiesta fa seguito ad una denuncia presentata dal Collegio dei Mediatori austriaci in cui si sostiene che l’esecutivo Ue non ha preso in considerazione nuove prove scientifiche che perorano la causa di una limitazione dell’utilizzo di tali insetticidi. La critica rivolta alla Commissione è che ha autorizzato in questi anni un certo numero di insetticidi appartenenti alla classe dei neonicotinoidi, sospettati di essere la causa della moria delle api.

Il mediatore ha fatto notare che il nuovo reg. Ce 1107/2009 introduce un processo di revisione delle sostanze attive molto più restrittivo, in base ai quale molti prodotti, non rientrando nei nuovi criteri di selezione, usciranno fuori mercato in quanto nocivi per alcune specie animali. Oltretutto la Commissione ha recentemente  adottato un “pacchetto” di misure per combattere la mortalità delle api come l’individuazione di Laboratori accreditati per le ricerche e la realizzazione di uno studio per capire cause e soluzioni a questo problema. 

Nel mese di aprile di quest’anno, inoltre, la Commissione ha incaricato l’Efsa, l’Agenzia per la sicurezza alimentare, di fare una nuova valutazione del rischio che presentano i neonicotinoidi per la salute delle api. A dicembre saranno pubblicate le conclusioni della ricerca che sta esaminando le prove sperimentali condotte da  differenti gruppi di  ricercatori che hanno esposto insetti pronubi (in un caso ape, nell’altro bombo) a dosi subletali (dell’ordine di 0,5-6 ng1 per individuo) di neonicotinoidi (imidacloprid e thiametoxam). Sono poi state analizzate le conseguenze sul comportamento in campo in un caso (api) e sullo sviluppo della regina nell’altro caso (bombi). In entrambi i pare sia stato rilevato un forte impatto di tali sostanze.

L’Efsa sta verificando, quindi, l’applicabilità degli studi, in particolare i dosaggi utilizzati, alle attuali condizioni di autorizzazione dei prodotti e se i risultati possono essere estrapolati ad altre colture e ad altre sostanze attive (ad es. acetamiprid e thiacloprid).

Nello statement dell’Autorità è stato analizzato anche un altro lavoro di un gruppo di scienziati tedeschi. In particolare, l’esposizione utilizzata negli studi è stata sempre superiore a quella stimabile in campo, dedotta analizzando i dati residui disponibili su mais (solo polline), colza, Phacelia ed Erba medica. E’ stata ribadita la difficoltà di estrapolare questi risultati anche alle altre colture e l’impossibilità di applicarli anche ad altre sostanze attive, quali acetamiprid e thiacloprid.

Occorrerebbe quindi ripetere gli studi in condizioni più realistiche e con un numero maggiore di sostanze attive. Un punto di forza sembra essere la promettente tecnologia Rfid (Individuazione a Radio frequenza) per seguire con precisione il comportamento dei pronubi in campo. In conclusione, il  Collegio dei Mediatori austriaci si è ritenuto soddisfatto delle iniziative intraprese dalla Commissione ed ha chiesto di essere informato entro il 31 marzo 2013 dei risultati degli studi in corso.

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