il Punto Coldiretti

Tavolo tecnico sull’agricoltura bio, servono progetti di filiera

Si è riunito il Tavolo tecnico sull’agricoltura biologica, istituito al Ministero delle Politiche agricole, per fare il punto della politica di settore in vista sia della proposta di riforma della legislazione comunitaria in materia che della prossima apertura dell’Expo di Milano. Coldiretti, davanti al viceministro Andrea Olivero, ha illustrato gli interventi che si ritengono necessari per consentire un aumento dell’offerta dei prodotti biologici, dal momento che, a fronte di una domanda crescente da parte dei consumatori si  sta verificando un incremento delle importazioni piuttosto che uno sviluppo ulteriore della filiera agroalimentare biologica.

Coldiretti ha sostenuto la necessità di favorire l’aumento della conversione delle imprese agricole al metodo biologico partendo innanzitutto dalle aziende miste che oggi rappresentano una realtà significativa dell’agricoltura biologica italiana, ma che è giunto il momento siano portate ad adottare un unico metodo di produzione. A tal fine, occorre investire maggiormente nella ricerca e nell’assistenza tecnica in quanto i soli incentivi alla produzione non sono sufficienti. La complessità del metodo di produzione biologico richiede la creazione sul territorio di servizi di consulenza tecnica mirati per le imprese agricole e più risposte da parte del mondo della ricerca, per offrire agli agricoltori soluzioni innovative su come gestire l’azienda sul piano agronomico e del marketing.

Coldiretti ha, poi, posto l’accento sull’importanza di arrivare, nel più breve tempo possibile, all’eliminazione della possibilità di avvalersi della deroga sulle sementi biologiche in quanto è ormai stato definito, grazie ai risultati del progetto di ricerca finanziato dal Mnistero, un piano sementiero con l’individuazione delle varietà più adatte al metodo bio. Coldiretti ha, quindi, proposto l’attuazione, anche in Italia, del sistema olandese che comporta l’individuazione da parte di un comitato scientifico delle varietà per le quali esiste un grado di approvvigionamento tale da poter vietare il ricorso al regime di deroga.

Sul piano dello sviluppo di settore, la mancanza di un atto di indirizzo preliminare alle Regioni in occasione della programmazione dei Piani di Sviluppo Rurale 2014-2020, ha di nuovo comportato la mancanza di una pianificazione degli interventi per la promozione dell’agricoltura biologica. Da uno studio condotto dall’Inea, che è stato illustrato nel corso della riunione, emerge un’ assoluta eterogeneità degli aiuti a sostegno del biologico nelle diverse Regioni, con una forbice di aiuti che va da un minimo di 100 ad un massimo di 4.000 euro. E’ evidente che la mancanza di un sistema armonizzato di attuazione degli incentivi al biologico  determina una situazione di gap concorrenziale a seconda che le imprese agricole risiedano in una, piuttosto che in un’altra Regione. A ciò si aggiunge la mancanza di progetti di filiera in quanto gli aiuti dei Psr continuano ad essere incentrati sulla produzione e non sulla trasformazione e commercializzazione.

Coldiretti ha, inoltre, evidenziato in merito all’informatizzazione del sistema amministrativo che supporta i complessi adempimenti aziendali di anagrafe e certificazione delle aziende,  la necessità che questo sia esclusivamente affidato al Mipaaf e che non ci siano sistemi alternativi di natura privata. Olivero ha sottolineato che l’agricoltura biologica è al centro dell’attenzione del Ministero in quanto è di fondamentale importanza per promuovere un modello di agricoltura diversificato e rispettoso della biodiversità in contrapposizione al modello di agricoltura omologante che si è affermato nel dopoguerra e che ha mostrato, nel tempo, tutti i suoi limiti. Al fine di garantire lo sviluppo del settore, il viceministro ha colto l’importanza della necessità di procedere ad una semplificazione degli adempimenti amministrativi che gravano sulle imprese biologiche e la revisione della legislazione nazionale che presenta ormai alcuni provvedimenti datati a quando il metodo di produzione biologico si era appena affermato nel nostro paese.

Rispetto ai controlli l’obiettivo è quello di garantire un migliore coordinamento delle attività svolte dai soggetti istituzionalmente preposti a tale compito. A riguardo, sarà necessario elaborare un piano tecnico in un gruppo di lavoro a se stante. Rispetto alla problematica dei Psr, il viceministro ha fatto che presente che purtroppo essendo già stata impostata la programmazione non si potranno apportare grandi modifiche. Si può, però, in occasione del 2017 richiamare le Regioni sull’opportunità di rivedere qualche piccolo intervento. L’impegno assunto è, comunque, quello di lavorare affinché si arrivi al 2020 con un piano strategico per l’agricoltura biologica che stavolta possa orientare nel modo migliore le Regioni affinché non si proceda di nuovo “in ordine sparso”. Olivero ha, infine, annunciato che il tavolo tecnico potrà riunirsi nell’ambito dell’Expo di Milano per raccogliere iniziative legislative e politiche da proporre per il settore.

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