il Punto Coldiretti

Ue, linee guida per gli usi di emergenza di fitofarmaci non autorizzati

La Dg Sanco (Direzione Generale per la tutela e la salute dei consumatori) della Commissione Europea sta lavorando all’emanazione di Linee guida per l’applicazione da parte degli Stati membri dell’art. 53 del reg. Ce 1107/2009, che disciplina l’uso in deroga alle norme di autorizzazione dei prodotti fitosanitari per situazioni di emergenza dovute a patologie delle piante che non sono curabili con le sostanza attive in commercio (v. il documento Guidance document on emergency situations accordin to article 53 of regulation EC n. 1107/2009. Bruxelles, 24 ottobre 2012)

Tale strumento è al momento molto importante per l’Italia in quanto le diverse fasi di revisione delle sostanze attive effettuate dall’Unione in questi ultimi anni hanno portato e porteranno, con la riforma entrata in vigore della legislazione in materia, alla fuoruscita dal mercato di molti prodotti fitosanitari che non sono stati sostituiti da altrettanti fitofarmaci in grado di combattere alcune patologie. Alcune colture sono dunque gravemente a rischio (si pensi, ad es., al caso del riso attualmente colpito dal punteruolo acquatico e dal brusone), ma il problema interessa anche molte colture cosiddette “minori” che, però, in Italia costituiscono produzioni locali importanti del settore ortofrutticolo.

In questi ultimi tre anni, grazie a un rapporto di stretta collaborazione con il Ministero della Salute e con il Ministero dell’Agricoltura si è potuto risolvere, grazie allo strumento dell’art. 53, diverse situazioni critiche. Ultimamente, però, il Minambiente pone, a priori, delle resistenze che rischiano gravemente di danneggiare il settore agricolo visto che le multinazionali produttrici di fitofarmaci a causa dei lunghi di tempi che richiedono le registrazioni di nuove sostanze attive non sono state in grado di immettere prodotti sostitutivi.

E’ importante sottolineare che lo schema di linee guida attualmente in corso di elaborazione da parte della Dg Sanco cerca di ovviare a queste situazione di transizione e, quindi, la posizione di ostracismo del Ministero risulta incomprensibile.

Nel documento, infatti, la Commissione Ue, pur evidenziando che l’uso in deroga è uno strumento per coprire situazioni eccezionali di emergenza in campo fitosanitario,  consente in casi specifici anche la reiterazione del provvedimento da parte di uno Stato membro sulla stessa coltura quando è dimostrato che non ci sono soluzioni alternative di pari efficacia.

Le linee guida operano una distinzione di procedura per la presentazione dell’istanza a seconda che l’uso in deroga sia richiesto per un fitofarmaco che contiene una sostanza attiva già autorizzata  per altre colture, stabilendo in questo caso un percorso semplificato rispetto a quello in cui si tratta di un fitofarmaco contenente una sostanza attiva  non autorizzata.

Molto interessante è l’indicazione stabilita nelle linee guida dalla Commissione secondo la quale “le deroghe per gli usi di emergenza sono concesse esclusivamente nell’interesse dell’agricoltura dell’ambiente e dei governi. Le istanze basate esclusivamente sugli interessi dell’industria dovrebbe essere respinte”.

L’Ue evidenzia, quindi, come tale strumento sia del tutto legittimo ed importantissimo per difendere le colture ed evitare danni economici al settore e la legittimità al suo ricorso trova fondamento proprio nella necessità di tutelare il più possibile le produzioni agricole. Obiezioni all’uso di tale strumento basate solo su  motivazioni ideologiche sono, alla luce della normativa comunitaria, del tutto prive di fondamento e rischiano di danneggiare le imprese agricole italiane rispetto a quelle di altri Stati membri dove lo strumento dell’uso in deroga viene utilizzato senza particolari resistenze.

E’ evidente, per Coldiretti, che il ricorso all’uso d’emergenza non esime le società produttrici di fitofarmaci dall’impegno ad  investire nella ricerca per proporre fitofarmaci efficaci  che abbiano un impatto sempre minore sulla salute umana e l’ambiente, ma in questa fase di transizione ostacolare il ricorso all’uso in deroga risulta una politica gravemente penalizzante per l’agricoltura italiana e per i consumatori visto che tali prodotti consentono anche di garantire elevati standard di sicurezza  degli alimenti.

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