il Punto Coldiretti

Valorizzare il made in Italy con i beni confiscati alle mafie

Come può contribuire l’agricoltura alla gestione dei beni confiscati alle mafie? La riflessione nasce dai confronti e dalle esperienze condivise nel corso di un recente ed interessante incontro organizzato a Roma, in cui si è ribadita l’esigenza di agire insieme a tutela di tutti quei terreni e, in generale, di tutti i beni mobili e immobili sequestrati e confiscati agli ambienti mafiosi.

E il mondo agricolo vuole e può dare molto, perché un terreno confiscato è un terreno restituito alla comunità degli agricoltori che con dignità, impegno ed esperienza sono capaci di estirpare l’erba cattiva dai campi e dare nuova vita alle produzioni che fanno grande l’Italia in tutto il mondo.

Ma per fare tutto questo, gli imprenditori hanno bisogno di ricevere forza e sostegno da tutti coloro che agiscono sul mercato. Occorre fare rete, creando un fronte compatto a vantaggio della legalità e di tutti quei valori che soltanto dalla legalità possono essere garantiti.

Le organizzazioni criminali investono in numerose attività legali non solo per conseguire un profitto economico, ma soprattutto per occultare le condotte criminose, sempre più spesso di matrice ambientale, ed operare in maniera indisturbata il riciclaggio di denaro di provenienza illecita.

Un immobile confiscato, di conseguenza, presenta numerosi problemi perché il passaggio dalla criminalità alla liceità è segnato da pregiudizi e diffidenze: apprendere dagli organi di stampa che un bene è stato confiscato, suscita timori non solo nella collettività ma anche tra clienti, fornitori e istituti bancari che, molto spesso, tendono a discriminare l’azienda e quanti vi lavorano proprio nel momento in cui si tenta di riportare la stessa alla legalità.

Così, nonostante i risultati positivi che sono derivati dal riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati, attraverso l’affitto, la vendita e l’affidamento a cooperative di lavoratori, la maggior parte (più del  90 per cento) delle aziende riavviate è destinata a fallire.

Al 31 dicembre 2012, secondo i dati riportati dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, sono 11.238 i beni immobili confiscati definitivamente, 5.859 sono quelli confiscati e destinati, ed il 20 per cento di questi ultimi sono costituiti da terreni agricoli.

Maggiore attenzione deve essere rivolta, allora, alla gestione degli immobili confiscati, attraverso incentivi, finanziamenti e sgravi fiscali, perché costituiscono un’opportunità di crescita in chiave economica, sociale e culturale di molte realtà del nostro territorio. La riqualificazione delle aree recuperate, inoltre, contrasta il degrado urbano e incentiva lo sviluppo professionale, migliorando le condizioni di vita e di benessere dell’intera comunità. Un’azione sinergica ed efficace, quindi, invita alla collaborazione tutti coloro che credono nella legalità. E gli agricoltori ci credono.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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