il Punto Coldiretti

Varroa delle api, Consorzi Agrari d’Italia fa il punto sulle strategie più efficaci

La Varroa destructor resta tra i principali fattori di moria delle api, ma ci sono anche nuovi strumenti che possono essere messi in campo  per limitarne i dati al massimo. E’ quanto emerso dal convegno, promosso a Roma dai Consorzi Agrari d’Italia, a seguito di un lungo percorso di lavoro compiuto con Coldiretti per rispondere alle esigenze degli apicoltori associati e individuare gli strumenti per controllare il fenomeno.

Dal momento che, a distanza di anni dalla comparsa del parassita in Italia, non si è ancora riusciti a debellarne la presenza negli alveari e vista  la sopraggiunta  resistenza ai farmaci veterinari attualmente in commercio, si è fatto il punto su quali siano gli strumenti più recenti, individuati dalla ricerca scientifica, per la lotta alla varroa nonché per verificare con il Ministero della Salute le novità introdotte per garantire un adeguato sistema di sorveglianza sugli alveari.

Il Ministero ha illustrato la rete di controlli relativi alla Varroa ed il sistema di monitoraggio per la moria delle api, evidenziando con notevole disappunto che, nonostante tutte le dichiarazioni a favore della tutela delle api da parte di una pluralità di soggetti ed associazioni, non si è riusciti a far approvare la norma che avrebbe consentito di poter operare sulla varroasi secondo le procedure proprie di una malattia endemica, invece, che procedere d’urgenza con ordinanze.

L’articolo proposto recitava che «Il Ministro della Salute può disporre con decreto di natura regolamentare, previo parere del Consiglio superiore di sanità, specifiche misure tecniche volte a contenere le malattie di cui al presente articolo, qualora queste abbiano assunto un carattere endemico ovvero per le stesse risultino disponibili nuove metodiche diagnostiche, terapeutiche o vaccinali».

Il convegno è stata anche l’occasione per il Ministero stesso di presentare, in anteprima, le Linee guida per la segnalazione di moria e spopolamento degli alveari. Lo scopo è quello di  fornire indicazioni operative e procedurali a livello nazionale per gestire in maniera omogenea le segnalazioni di moria o spopolamento di alveari. Attualmente, infatti, gli interventi sono frammentati sul territorio nazionale.  L’unico sistema, coordinato a livello nazionale, per il momento  è Beenet  gestito dal Minstero delle Politiche agricole principalmente tramite il sistema  Spia.

Il soggetto principale è il Veterinario Ufficiale della Asl, referente per l’apicoltura, il quale deve effettuare un sopralluogo nell’ apiario e procedere al campionamento di api morte, polline o api moribonde. Il veterinario può richiedere specifici esami diagnostici in funzione degli esiti dell’indagine clinica effettuata in apiario e dei dati raccolti. Inoltre, procede, se opportuno, al prelievo di campioni di vegetali nell’area circostante l’apiario (almeno 1 km di raggio). La figura deputata al campionamento delle matrici vegetali  è  individuata dall’Autorità regionale competente nell’ambito del Dipartimento di prevenzione (tecnici della prevenzione o altre figure individuate nel Servizio igiene alimenti e nutrizione) o al di fuori di essa che abbia il compito di effettuare il campionamento di matrici vegetali in funzione del rischio evidenziato.

Gli Istituti zooprofilattici sperimentali eseguono le analisi di laboratorio dirette alla ricerca di eventuali molecole chimiche o di agenti eziologici infettivi/infestivi. I risultati sono valutati dal Centro di referenza per l’apicoltura che è responsabile della raccolta dei dati dei casi di avvelenamento.  In questo contesto e al fine di indirizzare le ricerche di laboratorio, il Ministero prevede di indicare le molecole da ricercare e a tale riguardo risulterà essenziale il confronto con i tecnici esperti di prodotti fitosanitari individuati dal Piano regionale recatisi contestualmente con il veterinario Ufficiale sul luogo dove è stato rilevato il fenomeno di mortalità/spopolamento. Qualora non emergano informazioni anamnestiche che indirizzino le ricerche, queste dovranno essere effettuate verso i principali prodotti fitosanitari utilizzati in zona.

L’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana ha aperto, la sua relazione evidenziando che la tra le cinque specie aliene  più pericolose c’è proprio la Varroa destructor che è il fattore di maggior danno economico per gli alveari come risulta da uno studio pubblicato sulla rivista Neobiota.  Nell’ambito dei sistemi d lotta oggi praticati (lotta biologica, lotta con acaricidi naturali o di sintesi, e lotta integrata è stato evidenziato che la lotta biologica hanno il vantaggio di attenuare impatto dovuto alle sostanza chimiche nell’alveare e riducono i rischi di resistenza alla varroa, ma comportano, d’altra parte, interventi manipolativi frequenti ed impegnativi.

Per quanto concerne la lotta con prodotti di sintesi , occorre effettuare i trattamenti nei modi e tempi precisi, alternando i principi attivi e trattando tutti gli alveari  contemporaneamente della zona. Un acaricida efficace deve avere almeno il 90%, non essere tossico per le api, di impiego sicuro per l’apicoltore ed i consumatori, economico e di facile impiego. L’istituto ha effettuato delle prove comparate tra diversi prodotti attualmente in commercio per la lotta la varroa e tra questi il farmaco veterinario consistente in strisce, a base di acido formico, (nome del formulato commerciale  Maqs) che può essere impiegato anche in apicoltura  biologica, si è dimostrato di elevata efficacia e consente di evitare di ricorrere  congiuntamente alla tecnica dell’ingabbiamento. Deve, tuttavia, essere impiegato secondo specifiche modalità ed a determinate temperature.

Il workshop ha consentito momenti di confronto tra apicoltori e relatori che hanno molto apprezzato le numerose domande e scambio di esperienze con gli apicoltori  presenti in platea, tutti operatori professionali che praticano l’attività a titolo principale,  in quanto come ha evidenziato il Ministero della salute ciò consente di pianificare al meglio una strategia il più efficace possibile per la lotta al parassita. Il workshop è stata anche un occasione di formazione e di aggiornamento,  per gli apicoltori associati a Coldiretti che hanno potuto segnalare e ricevere in tempo reale risposte dalla Pubblica Amministrazione e dagli esperti in merito alla gestione del propri alveari nella lotta alla varroa.

 

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