Vino biologico, verso un disciplinare di produzione italiano
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha deciso di riavviare il gruppo di lavoro sul vino biologico, visto che in sede comunitaria si riapre la discussione sulla necessità di emanare uno specifico regolamento comunitario, dopo il fallimento del tentativo operato dalla Commissione Ue lo scorso anno, a causa delle divergenze tra l’Italia e gli altri Stati membri del nord Europa in merito alla necessità di promuovere un prodotto di alta qualità senza o comunque con bassi limiti di impiego di anidride solforosa. Nel corso del Biofach, la fiera mondiale sull’agricoltura biologica, che si tiene tutti gli anni a Norimberga e che si è conclusa pochi giorni fa, è stato anticipato che lo Scof (Standing Committee on Organic Farming) proporrà un emendamento al reg. CE 834/2007 che consenta in questa fase transitoria di mantenere le diciture uve da agricoltura bio senza logo europeo, dicitura che attualmente non è consentita dalla normativa vigente. Tale emendamento sarà in vigore fino al 2012 solo per i vini prodotti entro la vendemmia 2011. Intanto, a fronte delle incertezze sul versante comunitario circa l’effettiva possibilità che si riescano a superare le divergenze tra stati membri e si giunga ad un regolamento sul vino biologico, Coldiretti, ha espresso nel corso della riunione tenutasi presso il Mipaaf la necessità di predisporre un disciplinare di produzione italiano sul vino biologico, presentando un proprio articolato di norme tecniche e sottolineando come l’obiettivo sia quello di avere da un lato, un elevato standard di qualità circa la produzione di vino biologico nel nostro paese in modo da valorizzare le nostre produzioni e dall’altro lato, norme tecniche di riferimento condivise da tutto il settore in modo da potersi affacciare alla negoziazione con gli altri Stati europei in modo più incisivo. Il Ministero ha preso, dunque, l’impegno di elaborare per il prossimo incontro un primo schema di disciplinare di produzione. Il Mipaaf è stato inoltre invitato da Coldiretti a prevedere delle risorse finanziare, nell’ambito del Programma d’Azione Nazionale per l’agricoltura biologica, per promuovere sul mercato i vini che saranno ottenuti con tale disciplinare. L’obiettivo, infatti, deve essere quello di consentire ai nostri produttori di differenziarsi sul mercato per la produzione di vini biologici di eccellenza ottenuti possibilmente senza solfiti o con dosi limitate di tale elemento a garanzia della salute consumatori. Del resto, visto che il territorio italiano è particolarmente vocato per ottenere un prodotto di alta qualità appare importante che in assenza o anche in presenza di una normativa comunitaria di settore (qualora il regolamento comunitario dovesse essere poi emanato), i produttori possano dotarsi di uno strumento contraddistinto da un logo che valorizzi i nostri vini rispetto a quelli ottenuti in aree non vocate, dove i viticoltori sono costretti a ricorrere all’anidride solforosa ed ad additivi poco rispondenti al principio di naturalità che è alla base del metodo di produzione biologico. Infine, si è chiesto al Ministero, visto che si tratta di una questione essenzialmente politica, di avviare in sede comunitaria degli incontri con gli Stati membri che condividono la posizione italiana a favore di norme che garantiscano elevati standard di qualità, al fine di creare un fronte comune contro gli Stati che mirano a proporre sul mercato un vino biologico non troppo diverso da quello convenzionale. |
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