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Zootecnia biologica, un’opportunità da promuovere

Quando si parla di agricoltura biologica raramente si affrontano le problematiche del settore zootecnico che, invece, rappresenta uno dei comparti su cui si dovrebbe investire maggiormente. Perciò, di notevole interesse appaiono i risultati del progetto Attività di sostegno della zootecnia biologica, realizzato dal CRA – PCM di Monterotondo, illustrati dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in occasione di un recente convegno.

Il progetto ha approfondito vari temi, tra cui il fabbisogno e la disponibilità di alimenti concentrati per le esigenze dei sistemi di allevamento biologico in Italia; performance e qualità della carne dei polli biologici a diverso ritmo di accrescimento; studio e scelta delle razze bovine e suine per la produzione zootecnica biologica; comunicazione della qualità dei prodotti biologici, dal web all’iPhone.

Riguardo all’alimentazione animale il progetto evidenzia come sia un aspetto di prioritaria importanza per lo sviluppo della zootecnia biologica. Infatti, il bilancio complessivo delle produzioni agricole necessarie per soddisfare i bisogni nutritivi delle specie allevate in regime di agricoltura biologica evidenzia un deficit, sia per quanto riguarda i cereali (-57.575) che i concentrati proteici (-169.104). L’importanza dell’alimentazione animale nello sviluppo della zootecnia biologica e, allo stesso tempo, la difficoltà a recuperare mais e soia ogm-free rendono indispensabile aumentare la produzione nazionale di fonti energetiche e proteiche sostitutive quali, ad esempio, le leguminose (come cece, lupino, pisello proteico, favino) e le proteaginose da granella, che rappresentano una importante fonte di energia ed aminoaicidi per l’alimentazione animale, soprattutto dei monogastrici.

Nell’ambito dell’avicoltura biologica sono state individuate razze a lento accrescimento, maggiormente idonee a tale metodo di produzione, che forniscono carni qualitativamente pregevoli, ma che presentano maggiori costi di produzione perché necessitano di un periodo di allevamento più lungo per ottenere un peso corporeo adeguato alla macellazione. Gli studi hanno dimostrato che i polli allevati con metodo biologico hanno una percentuale di omega 3 superiore a quella dei polli allevati con metodo convenzionale, con effetti benefici sulla salute.

Per quanto concerne, invece, le razze di bovini e suini più adatte al metodo biologico, il progetto si è concentrato, per i bovini da carne, sulle razze marchigiana, romagnola, e maremmana, ritenute preferibili, ad esempio rispetto alla Chianina ed alla Piemontese, per le quali, tra le altre cose, il consumatore non sarebbe disposto a pagare quel sovrappiù di prezzo dovuto ai maggiori costi di produzione derivanti dal metodo biologico, trattandosi già di per sé di razze pregiate aventi un loro valore di mercato ben preciso, in considerazione dei già elevati standard qualitativi delle carni da esse ottenuti. Riguardo ai bovini da latte più adatti alla produzione biologica, si consigliano quelle che, pur mostrando una buona capacità produttiva, richiedono minori fabbisogni nutritivi, come la Pezzata Rossa e la Reggiana, in possesso di queste caratteristiche in quanto hanno ricevuto una spinta selettiva più moderata nel corso degli anni
Per quanto concerne i suini biologici, il progetto evidenzia come tale tipologia di allevamento non sia molto diffusa in Italia. Questo non tanto perché manchi una domanda di mercato, ma perché in genere gli allevamenti suinicoli sono a carattere intensivo e difficilmente il sistema di allevamento che si è andato consolidando nel convenzionale può avvicinarsi alle regole del metodo di produzione biologico. Tra le razze italiane ritenute più idonee vi sono la cinta senese e la Mora romagnola.

Infine, molto innovativi sono i risultati del progetto in materia di comunicazione, destinato ai consumatori di alimenti derivanti dalla zootecnia biologia. Al fine di garantire al consumatore un’informazione scientificamente corretta, ma anche coinvolgente, il progetto propone di avvalersi delle nuove tecnologie multimediali e di rete che possono raggiungere l’utente. Il Dipartimento di Elettronica ed Informazione del Politecnico di Milano ha realizzato una brochure multimediale che può essere ascoltata o vista tramite l’iPod, un pc o un iPhone. Alcuni dei messaggi realizzati dall’HOC-LAB del Politecnico di Milano di informazione sul pollo biologico sono visibili in Internet su Youtube  (http://www.youtube.com/watch?v=7p08gROmUIA&NR=).

Il progetto realizzato dal CRA-PCM offre un contributo interessante e innovativo per la promozione  della zootecnia biologica che in Italia stenta a trovare un suo percorso di sviluppo, mentre in realtà rappresenta la filiera che insieme all’ortofrutta dovrebbe costituire l’asse portante dell’agricoltura biologica nazionale, in quanto entrambe sono quelle che possono garantire un maggiore valore aggiunto in termini economici del comparto.
Parimenti, sul piano delle strutture si riscontrano delle inefficienze, in quanto la distribuzione di mangimifici biologici sul territorio nazionale non è uniforme: su  un totale di 52, ben 13 sono ubicati in Emilia Romagna, mentre in altre Regioni se ne riscontra soltanto uno. Allo stesso tempo, si rende necessaria la creazione di macelli dedicati al biologico, al fine di evitare che gli animali siano trasportati lontano vanificando le misure di benessere animale attuate nella fase di allevamento.
Di tali indicazioni si dovrebbe tener conto per garantire uno sviluppo del settore che segua una logica di filiera e non si limiti al solo sostegno alla produzione così come avviene nella maggior parte dei Piani di Sviluppo Rurale.

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