il Punto Coldiretti

Aumenta la resistenza dei parassiti, limiti alla coltivazione di mais Ogm

Cresce la resistenza dei parassiti alle sementi Ogm e, con essa, i dubbi sulle virtù miracolose dei prodotti transgenici. Il caso è al centro di un articolo apparso sul quotidiano statunitense Wall Street Journal, secondo il quale anche nella nazione che più ha spinto sulle coltivazioni geneticamente modificate ci si sta rendendo conto che gli insetti hanno sviluppato una resistenza alle sementi ammazza-parassiti. 

Le autorita’ statunitensi stanno per la prima volta proponendo limiti alla coltivazione di alcune varieta’ di mais geneticamente modificato in modo da contrastare un vorace parassita, perche’ l’insetto si e’ evoluto aumentando la sua propria resistenza alle colture "ammazza-parassiti". La richiesta rappresenta potenzialmente un duro colpo per i produttori di semi biotech.
Le misure proposte dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) rappresentano un coraggioso passo per contrastare la diabrotica del mais, un insetto che rientra tra le minacce alla coltivazione piu’ dispendiose per i produttori di mais negli Stati Uniti.
Il piano e’ rivolto a varieta’ di mais largamente coltivate e vendute dalla Monsanto, la prima ad aver messo sul mercato mais resistente alla diabrotica, e dai produttori di sementi rivali come la Dupont e la Dow Chemical. Questi semi di mais sono stati geneticamente modificati per secernere delle proteine tossiche per gli insetti distruttori, ma sicure per il consumo umano, aiutando cosi’ gli agricoltori a ridurre la propria dipendenza dai pesticidi sintetici.
La proposta dell’agenzia prevede  (…) di limitare la pratica di alcuni agricoltori del Midwest che piantano i semi biotech anno dopo anno nelle zone in cui e’ diffusa la diabrotica resistente (…). L’EPA teme che un prolungarsi della resistenza [del parassita] porti gli agricoltori ad un maggiore utilizzo di prodotti chimici sintetici volti a contrastare l’insetto, creando cosi’ rischi ambientali.
I rappresentanti delle industrie sementiere biotecnologiche hanno criticato alcune parti della proposta, che e’ stata presentata a gennaio e che e’ soggetta ad un periodo di commenti aperti al pubblico fino al 16 marzo, in seguito ai quali l’EPA confermera’ definitivamente i nuovi requisiti. (…)
 "La situazione sta peggiorando", afferma Bill Jordan, vice capo dei programmi sui pesticidi dell’EPA. "Cio’ che e’ stato fatto fino ad ora non ha impedito l’insorgenza di questi problemi, quindi sentiamo la necessita’ di fare di piu’". (…)
Ogni anno, la diabrotica rappresenta un costo per i produttori di mais statunitensi che va dagli 1 ai 2 miliardi di dollari in danni e spese per contrastare l’attivita’ dell’insetto, secondo Michael Gray, entomologo dell’Universita’ dell’Illinois a Urbana-Champaign.
Alcune parti del piano dell’EPA sono "piuttosto prescrittive", afferma Jeff Bookout, a capo della gestione commerciale alla Monsanto e presidente dell’Agricultural Biotechnology Stewardship Technical Committee. "E’ necessario mettere a disposizione degli agricoltori piu’ scelte ed opzioni… non una [soluzione] uguale per tutti".
Lo scorso anno il mais geneticamente modificato, capace di produrre la proteina Bacillus thuringiensis (BT) che uccide l’insetto, e’ stato piantato su circa l’80% dei campi di mais, rispetto al 19% del 2000, secondo il dipartimento dell’Agricoltura statunitense.
L’adozione del mais resistente ai parassiti da parte degli agricoltori del Midwest sin dalla prima varieta’, lanciata nel 1996, ne ha tuttavia diminuito l’efficacia contro alcuni insetti, come la diabrotica. L’esposizione ripetuta alle proteine prodotte dal mais implica che un piccolo numero di diabrotiche in grado di consumare la tossina BT senza morire puo’ riprodursi a migliaia e diffondersi anno dopo anno nei campi destinati alla produzione di mais. (…)
 "Lo scenario peggiore e’ che la pianta di mais [resistente agli insetti] perda di efficacia su aree estese, e che gli agricoltori siano costretti a dipendere sempre di piu’ dagli insetticidi," spiega Bruce Tabashnik, professore di entomologia all’Universita’ dell’Arizona. "E’ negativo per i loro profitti, e lo e’ anche per l’ambiente".
Tra i cambiamenti proposti, l’EPA imporrebbe ai produttori di mais resistente alla diabrotica di limitare la coltivazione ripetuta di mais nelle aree fortemente colpite dall’insetto. In alcune zone dell’Iowa, dell’Illinois e del Nebraska e in alcuni stati limitrofi – quella che l’EPA chiama la "zona rossa" della diabrotica – l’agenzia preme affinche’ il 35% circa dei campi di mais venga dedicato ad altre coltivazioni, come ad esempio la soia, dopo due anni consecutivi di coltivazione di mais geneticamente modificato resistente alla diabrotica. Secondo la proposta dell’EPA, in altri campi ad alto rischio si dovrebbero coltivare varieta’ di mais piu’ recenti che possono produrre piu’ tipi di proteine tossiche per gli insetti.
Secondo l’ente regolatore, le compagnie sementiere potrebbero inserire questi requisiti negli accordi che gli agricoltori firmano al momento dell’acquisto di mais biotecnologico, oppure optare per degli incentivi che ne incoraggino il coinvolgimento. L’EPA si e’ detta disponibile ad ascoltare altre strategie.
Inoltre, l’EPA ha un’arma in piu’ per mettere sotto pressione [le compagnie]: entro il 30 settembre 15 varieta’ di mais geneticamente modificato resistente agli insetti devono essere nuovamente registrate dall’ente regolatore, che obbliga i produttori come Monsanto, Dupont e Syngenta ad indicare i piani attuali volti ad arginare la resistenza dei parassiti. (…) [Jacob Bunge, quotidiano – a cura di agra press (gin)]

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