il Punto Coldiretti

Caldo: allarme negli allevamenti, cala la produzione di latte

Stress da caldo anche per gli animali nelle fattorie dove le mucche che con le alte temperature stanno producendo fino al 20 per cento circa di latte in meno rispetto ai periodi normali. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base del monitoraggio effettuato nelle stalle dal quale emerge che in certe zone manca anche l’acqua e sono entrate in funzione le autobotti per il rifornimento degli abbeveratoi.

 La situazione più difficile è nella pianura padana dove si concentra la maggioranza degli allevamenti italiani. Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi.

In funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.  

Si aggrava dunque il conto dei danni alle campagne dove le perdite hanno già raggiunto il miliardo di euro secondo la Coldiretti. Sono gli effetti di un giugno bollente in Italia dove le temperature massime sono risultate superiori di 2,2 gradi la media di riferimento mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 52% provocando una crisi idrica di portata storica a livello nazionale sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Ucea relativi alla prima decade.

Il risultato è che l’Italia è a secco con la siccità che ha colpito dall’Emilia Romagna alla Sardegna, dal Veneto al Piemonte, dalla Lombardia alla Liguria, dalla Toscana al Lazio, dall’Umbria alla Calabria, dalla Campania alla Puglia, dalla Basilicata fino in Sicilia.

Gli agricoltori devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche girasoli, i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici dal grana padano al parmigiano reggiano fino alla mozzarella di bufala.

 

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