il Punto Coldiretti

Cernobbio, politici e amministratori a confronto sul futuro dell’agricoltura

Roberto Formigoni
Presidente Regione Lombardia

Mi congratulo per questa  X edizione del Forum,  che nel tempo è diventato un appuntamento decisivo per il settore. Esprimo grande attenzione per realtà agricola, non solo perché la ritengo importante, ma anche perché la Lombardia è la prima regione agricola europea. La crisi economica ha indebolito il settore agricolo e ha reso necessario interventi diversi per ogni Stato e per ogni Regione. Noi abbiamo deciso di stare vicino agli imprenditori e di trovare interventi in grado di rispondere in modo concreto alle esigenze del settore. A fine luglio abbiamo concluso il pagamento degli anticipi della PAC: 280 milioni di euro che sono andati a favore di 31.000 imprese in modo dare loro la possibilità di avere liquidità da investire. Abbiamo inoltre sostenuto l’attività dei Confidi agricoli.
Per noi è importante ragionare in termini di dialogo e confronto con i vari attori presenti sul territorio. Stiamo ragionando sul futuro della PAC che è fondamentale per imprenditori agricoli e consumatori in quanto l’agricoltura deve essere messa nella condizione di garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti. Per questo deve anche essere semplice e comprensibile. Pertanto bisogna assicurare alla PAC risorse adeguate e assicurarsi che queste risorse vengano ridistribuite in modo equo tra gli stati membri.
Come Regione Lombardia ci siamo posti alcuni obiettivi. La semplificazione è tra quelli principali per questo abbiamo creato un assessorato dedicato e una task force “zero burocrazia” che ha già iniziato a lavorare. La semplificazione è importante  per le imprese vista la moltitudine di adempimenti  che devono affrontare e che diventano una grossa limitazione al loro sviluppo.
Un altro passaggio importante è quello che dà maggiore importanza ai Centri Agricoli Autorizzati. Ci  sono anche alcuni nodi critici su cui la regione intende impegnarsi. Uno di questi è rappresentato dalle quote latte. La  Lombardia  sostiene la legalità ed è al fianco degli allevatori che hanno rispettato le regole. Non ritengo  giusto che qualcuno approfitti dei contributi comunitari senza tenere conto delle regole previste.
Un altro aspetto delicato è quello dello sostenibilità ambientale e del rispetto del territorio. E’ importante trovare un giusto equilibrio tra consumo del territorio ed esigenze della società e dell’agricoltura. La Lombardia è una regione che sta vivendo una fase di forte sviluppo delle infrastrutture per questo ha dato vita a un tavolo permanente  volto a  trovare soluzioni alle eventuali controversie.
Sostengo pienamente la validità del progetto che la Coldiretti ha messo in campo per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana.
Il mondo agricolo sarà uno de protagonisti della grande esposizione universale del 2015. Parlando si alimentazione ed energia per la vita chiamiamo in causa , in un ruolo primario,  proprio il mondo agricolo.

Gianni Alemanno
Sindaco di Roma

Federalismo, sussidiarietà, dialogo con le forze sociali. Questi i temi affrontati dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Il federalismo – ha detto – funziona nella misura in cui si liberano risorse. E’ un aspetto che va sottolineato:  è una grande occasione per far emergere le risorse che ci sono ma si sono disperse. Ci sono sprechi a livello locale. Bisogna avere un principio di rigore.  Ma  attenzione:  il federalismo non può essere solo uno spostamento di poteri, gli enti locali devono dialogare con la società e con le forze sociali.  Se ci sono solo meccanismi partitocratici non si cambia nulla. 
Vanno in questo senso le riforme che abbiamo avviato a Roma proprio in base ad un impegno assunto con Coldiretti: abbiamo rivisto i bandi  per le mense alimentari  dove sarà introdotto il criterio del chilometro zero. Questo  è il nostro compito: valorizzare l’agricoltura  del Lazio.
Un altro impegno  assunto con i sindacali è quello di introdurre la partecipazione dei lavoratori all’interno delle municipalizzate. Tra quindici giorni lanceremo la fondazione per coinvolgere i cittadini in processi di volontariato, facendo in modo che  siano in grado di intervenire. 
Oggi i partiti si sono indeboliti, hanno perso molte radici. Bisogna avere partiti che parlino con le forze sociali che rappresentano il bene comune e non gli interessi corporativisti.
In questo momento siamo ala vigilia dell’approvazione di una legge sull’origine che rappresenta  un grande segnale per tutte le realtà del nostro paese perché l’Italia conta sulla scelta della qualità del territorio. Se si riesce a votare sarà un grande segnale.

Dario Stefano
Coordinatore Commissione Politiche Agricole-Conferenza Stato Regioni

Il Sistema Italia ha sempre contraddistinto la propria produzione sulla “Qualità” in maniera significativamente importante. Un Sistema Italia perfettamente inserito in un contesto europeo, dove i consumatori UE chiedono alimenti sicuri e di qualità e vogliono che l’UE rispetti le varie culture gastronomiche che esistono nei suoi confini. Esigenza riconosciuta dall’UE attraverso appunto i diversi «marchi di qualità». Eppure questo Sistema oggi deve fare i conti con una congiuntura economica straordinariamente negativa cui si aggiunge una forte pressione competitiva di Paesi terzi – che spesso si presentano sul mercato internazionale anche con produzioni di qualità – ma anche con gli attacchi sempre più frequenti e spregiudicati di vere e proprie frodi alimentari. A complicare il quadro, anche la “questione OGM” e le sue contraddizioni. Le politiche per la qualità, pur avendo permeato diffusamente il sistema complessivo delle politiche di sostegno pubblico all’agricoltura, mancano a volte di profondità, di visione sistemica e di scelte puntuali. Occorre, infatti, tenere conto delle specificità territoriali che potrebbero essere forzate per il perseguimento di maggiori quantità di produzioni, oltre a limitare la diversificazione propria della nostra agricoltura; sviluppare una promozione mirata e non generalista, in grado di far cogliere ai consumatori – anche i più disattenti – le diversità, le caratteristiche salutistiche, il significato per le economie locali e per il nostro patrimonio culturale dei prodotti di qualità, ben distinti e separati tra di loro, evitando sovraesposizioni che disorientano gli acquirenti. In tale direzione, una esperienza interessante è quella portata avanti dalla mia Regione, la Puglia, attraverso il marchio “Prodotti di Puglia”. La chiave è la tracciabilità delle filiera, che deve essere rigorosamente pugliese. Parlando di tracciabilità, quindi, è del tutto evidente come la qualità delle produzioni abbia uno strettissimo legame con il territorio di produzione. Diventa, dunque, fondamentale che anche le imprese, soprattutto quelle operanti nella cosiddetta filiera corta e che offrono servizi aggiunti – quali ospitalità agrituristica o abbiamo legami con altri settori produttivi locali – siano attive direttamente nella diffusione dei propri prodotti di qualità, traendo da questi anche benefici per le attività connesse. È importante ribadire, a mio avviso, che i prodotti di qualità rappresentano uno dei veicoli fondamentali per limitare i danni che al sistema produttivo agricolo sono arrecati, come già detto, dalla concorrenza forte – e non sempre leale – di prodotti provenienti da altri Paesi che determinano l’erosione dei redditi agricoli soprattutto per le commodities. Ma anche da un uso alternativo del suolo per la produzione di energia o con la totale “abrogazione” delle coltivazioni e con la diffusione di piantagioni di semi oleosi per la produzione di biodiesel. La Qualità, dunque, certificata, sostenuta sui mercati, apprezzata da consumatori, difesa dalle norme, può anche contribuire a motivare maggiormente i più giovani a scegliere di essere imprenditori agricoli e, al contempo, arginare il preoccupante esodo dalle campagne in atto. Va da sé che prodotti riconosciuti e giustamente remunerati, perché migliori, siano maggiormente capaci di resistere alle crisi di mercato. In questo quadro, grande importanza assumono i Programmi di sviluppo rurale. Siamo convinti che la qualità sia un obiettivo possibile attraverso la innovazione che significa anche ritrovare il gusto di “fare sistema”, di mettersi in rete, di camminare insieme. Modello che può essere proficuo se applicato anche in sede europea oltre che di Sistema Italia.

Enrico Letta
Vice segretario del Partito Democratico

Il problema delle crescita economica e sociale è stato il tema dell’intervento del vicesegretario del Partito Democratico, Enrico Letta, al Forum internazionale di Agricoltura e Alimentazione promosso a Cernobbio da Coldiretti. “Mentre ci si accapiglia su una torta sempre più piccola – ha detto – il nostro problema è come crescere. Per cercare una soluzione è importante comprendere quali sono i problemi”. Secondo Letta l’Italia non cresce perché “è nel continente che cresce meno, perché ha il più rande divario interno (quello tra Nord e Sud), perché ha il più grande debito pubblico, perché c’è un peso sproporzionato del settore pubblico e, infine, perché siamo vecchi e non abbiamo fame”.
Secondo Letta la crisi ha fatto emergere alcune sorprese, prima tra tutte è che il Paese che l’ha provocata (gli Stati Uniti), ne sta uscendo e l’area del mondo che ha sempre subito di più la crisi (America Latina), ne esce alla grande. “Noi invece siamo sottacqua” ha commentato Letta, sottolineando che “se oggi si dovesse creare un G7 come avvenne nel 1975, quando furono usati criteri quantitativi, scegliendo i Paesi con il maggior Pil, non ci sarebbe nessun Paese europeo perché la Germania è ottava nel mondo”.
In Italia il problema è il mancato superamento del divario Nord Sud. “Mentre la Germania in venti anni ha superato quello Est-Ovest, il nostro divario è aumentato. In più, in sedici anni, con finanziarie faticose, abbiamo portato il debito pubblico da 125 a 105 miliardi di euro, e poi in due anni ci siamo mangiati tutto risalendo a 119 miliardi”. Secondo Letta la prima priorità è l’Unione europea: “Se l’affondiamo – ha affermato – non abbiamo nessuna chances: dobbiamo fare passi avanti a livello politico ed economico perché solo nell’Ue possiamo fare massa critica. Per questo è importante che la politica degli investimenti sia europea”. Altri obiettivi indicati da vicesegretario del PD è la necessità di battere la criminalità per evitare la fuga dei giovani dalle aree più arretrate, la riforma dell’Università e del fisco e la riduzione del settore pubblico nell’economia. “E’ fondamentale ricordare – ha detto Letta citando l’enciclica di papa Benedetto XVI – che la ricchezza si crea con il lavoro e non con la finanza”.

Colomba Mongiello
Segretario Consiglio di Presidenza del Senato

“La  mafia agroalimentare va fermata, va combattuto un mercato dei furbi che produce al Paese una perdita di oltre due miliardi l’anno”. Colomba Mongello, senatrice della Repubblica, parla a braccio nel forum internazionale di Cernobbio promosso dalla Coldiretti. E sul tema riservato all’Agropirateria (in cui si sono confrontati Fara, Ceglie e Guarianello) la sua posizione non lascia dubbi e chiama in causa l’esigenza della legge sull’etichettatura. Una legge che non è “un capriccio degli imprenditori agricoli ma il primo livello di civiltà per il Paese”. “Mentre i pastori sardi protestano per il prezzo del latte c’è un industria che riceve contributi pubblici per produrre pecorino romano con latte rumeno in modo perfettamente legale” sottolinea la Mongiello “Ecco la differenza tra chi copia Luis Vuitton. Che chi produce pecorino con latte straniero può permettersi di spacciarlo senza problemi per italiano”. La contraffazione del made in Italy come danno principale all’agricoltura. Danno che necessita di una soluzione, di una legge chiara che risolva il problema alla radice. “E’ necessario risolvere il problema in partenza altrimenti non andiamo da nessuna parte” aggiunge la senatrice “io guardo con paura l’inerzia di alcuni settori produttivi che avallano l’ipotesi che si possa accettare di produrre in Italia una passata con la percentuale maggiore di concentrato cinese. Trovo inaccettabile l’arrivo di pomodoro dall’est mentre in Puglia i miei prodotti stanno a marcire”. E poi una frecciatina sulla paura di infrazioni, che avrebbe finora ritardato l’approvazione della legge sull’etichettatura. “Ci preoccupiamo che l’Unione europea dichiari uno stato di infrazione, eppure non ci siamo preoccupati delle 150 infrazioni che già abbiamo commesso” sottolinea la Mongiello che, per finire, rilancia sulla necessità di un organismo terzo per la valutazione e l gestione del rischio alimentare, organismo “necessario per la tutela dell’agricoltura”.

Ermete Realacci
Responsabile Green economy PD

“Il momento di crisi sarà lungo e cambierà probabilmente i pesi del mondo. E’ importante per questo che l’Italia sappia affrontare la sfida e sappia giocare le sue carte migliori”. Ermete Realacci, responsabile di Green Economy, introduce così il suo intervento su “Agricoltura ed eco sostenibilità” al forum internazionale di Cernobbio. Una relazione sintetica ed efficace in cui il deputato ha sintetizzato i punti fondamentali della giornata di studio, soffermandosi su alcune delle cause responsabili della crisi economica mondiale con particolare riferimento alla condizione italiana in cui si “è risente della diseguale distribuzione della ricchezza”. “L’agricoltura è collocata all’interno della sfida complessiva del Paese, e ha un ruolo importantissimo per il miglioramento complessivo della condizione italiana” ha sottolineato “Ma dobbiamo competere sfruttando le nostre peculiarità. Non possiamo puntare a ciò che non abbiamo, non ha senso parlare di commodities in Italia. Ha senso invece continuare a parlare di tracciabilità, perché è su temi come questo che possiamo giocarci il nostro futuro”. Secondo Realacci “invertire la crisi economica è possibile, ma è necessario iniziare a parlare di soluzioni, dei nostri punti di forza”. “Non amo parlare di un’economia che descrive i problemi e non propone soluzioni. Non amo parlare di un’Italia che non sa valorizzare i propri pregi” ha concluso il deputato “l’Italia è forte se accetta le sfide del futuro ma non perde la propria anima, che è quella della tradizione in cui l’agricoltura è parte interante del futuro”. 

Susanna Cenni
Pd

L’Italia non ha bisogno degli Ogm e il ministro Galan deve dare una risposta precisa su questi temi. Lo ha chiesto Susanna Cenni, deputato Pd, nel suo intervento al forum dell’agricoltura di Cernobbio organizzato dalla Coldiretti. “La modernità non è data solo da rese più alte – ha detto la parlamentare – e gli Ogm anche in questo campo hanno sostanzialmente fallito. La modernità è un concetto diverso, fatto dal legame con in territorio, la qualità, la cultura e i valori sociali. Sono queste risorse più durature per la competitività”. Secondo Susanna Cenni non è un caso e neppure una moda che in due anni negli Usa i mercati degli agricoltori siano passati da 400 a 8 mila, perché “l’economia non è fatta solo dai grandi scenari internazionali”. E soprattutto dopo la grande crisi del 2009 qualcosa, afferma la parlamentare del Pd, deve cambiare nei rapporti fra Stato e mercato, trovando nuove ricette per i consumi e gli stili di vita. “Dobbiamo ricostruire un nuovo sistema e una nuova visione economica e agricola – ha concluso Susanna Cenni – niente sarà più come prima”.

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