Intesa di filiera per salvare il pomodoro italiano
Un protocollo sanitario specifico per il controllo del pomodoro concentrato cinese all’ingresso nei porti comunitari, l’obbligo di indicare l’origine del pomodoro utilizzato nei derivati del pomodoro e l’immediata e tempestiva attivazione del meccanismo di salvaguardia con un dazio doganale aggiuntivo come misura antidumping prevista dalla normativa comunitaria. Sono queste le richieste contenute nel dossier sulle importazioni di concentrato di pomodoro cinese che sta invadendo i mercati mondiali, a danno del vero Made in Italy, presentato dalla Coldiretti, dalle cooperative agricole dell’Unci e dalle industrie conserviere dell’Aiipa per contrastare la concorrenza sleale al vero Made in Italy. La situazione del mercato dei derivati del pomodoro mostra una crescita delle importazioni di concentrato triplo dalla Cina nell’Unione Europea per effetto di una strategia commerciale che prefigura una situazione di dumping e mette a rischio la produzione nell’Europa comunitaria, dove l’Italia detiene la leadership. Serve anche, si legge nel dossier di Coldiretti/Unci/Aiipa, la definitiva approvazione della norma specifica già presentata dal Ministero delle Politiche Agricole a Bruxelles, che definisce dal punto di vista tecnologico i prodotti derivati dal pomodoro nell’Unione Europea, visto che dal 2011, con l’entrata in vigore della normativa relativa al disaccoppiamento totale degli aiuti del pomodoro, verranno a decadere tutti i regolamenti correlati e le definizioni relative. |
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