Nelle aree terremotate giù grano e latte, sfollato un animale su 2
Nelle aree colpite dal terremoto crolla del 15% il raccolto di grano per effetto congiunto del maltempo e della riduzione dei terreni seminati dopo le scosse, mentre la produzione di latte è calata addirittura del 20% anche per la chiusura delle stalle. E’ quanto stima la Coldiretti all’incontro con centinaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni colpite dal sisma di Lazio, Marche Umbria e Abruzzo che si sono dati appuntamento alla Fattoria Fucili di San Severino Marche con l’entrata in azione per la prima volta delle mietitrebbie per raccogliere le prime “spighe della rinascita”. Agricoltori e allevatori sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle zone terremotate, dalla pregiata Lenticchia di Castelluccio con la nuova produzione presto in arrivo, al Ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano, seppur con un calo di produzione stimato nel 15%, a causa del crollo dei laboratori di trasformazione. Lo stesso discorso vale per il Pecorino dei Sibillini, per il quale le quantità sono calate del 10-15%. Ma non mancano all’appello neppure altre specialità, come la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp e la cicerchia. A pesare è anche la situazione di crisi in cui versa l’intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare. Secondo il monitoraggio della Coldiretti solo il 57% degli agriturismi danneggiati dal sisma ha ripreso l’attività in maniera completa, anche se la maggioranza si sta attrezzando per la stagione estiva. Nelle aree rurali terremotate si contano danni diretti e indiretti per 2,3 miliardi tra strade e infrastrutture, case rurali, stalle, fienili, magazzini, ma anche stabilimenti di trasformazione, rivendite, macchine agricole, macchinari di lavorazione e animali morti e feriti ai quali vanno aggiunte le perdite per il crollo della produzione di latte e delle coltivazioni e per gli effetti negativi sul commercio per la fuga dei turisti e dei residenti. |
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