Prodotti terremotati in vendita on line per sostenere le aziende agricole
Per la prima volta gli agricoltori e gli allevatori delle zone terremotate portano on line i propri prodotti salvati dal sisma per consentire ai cittadini presenti su tutto il territorio nazionale di fare da casa acquisti sicuri per sostenere concretamente e direttamente la ripresa economica ed occupazionale dei territori colpiti dal sisma, senza cadere nel rischio di truffe e inganni che spesso si nascondono in rete. L’iniziativa è stata presentata dalla Coldiretti a 100 giorni dall’inizio delle scosse nel centro di Roma nel mercato di Campagna Amica al Circo Massimo con le aziende agricole colpite nel Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo in occasione del primo shopping di Natale. Per chi invece volesse spendere qualcosa in più per portare sulle tavole delle feste prodotti delle aziende terremotate e specialità legate fortemente a quei territori l’opzione è scegliere un cesto medio da 42 euro composto da tipicità che vanno dalla cicerchia che rappresenta un legume storico fortemente legato al territorio all’olio extravergine di Arrone fino al prelibato vino Montefalco Doc del giovane Brunozzi Giorgio che in Umbria ha avuto gravi danni nella struttura dedicata al magazzinaggio e all’imbottigliamento del vino ma è stato gravemente danneggiato anche il locale dove Giorgio accoglie le scolaresche per la sua attività di fattoria didattica. E per chi invece volesse garantirsi il top dell’enogastronomia delle zone colpite dal sisma, contribuendo a risollevare la sorte di tante aziende duramente provate, invece, potrebbe optare per la composizione più grande che costa 90 euro e prevede appetitosissime specialità locali che vanno dalla storica lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP allo zafferano e al miele dei Monti Sibillini, dal vino marchigiano Passerina fino ai golosi biscotti di Rita Santi di Accumuli che ha visto letteralmente crollare il laboratorio di trasformazione e il forno in cui cuoceva le sue golosità e che, pur di continuare la produzione, si è fatta ospitare da un forno romano. Sono circa 3mila le aziende agricole a rischio nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove c’è un’elevata significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, secondo una stima della Coldiretti che sottolinea anche la presenza di un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi da i quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo che sostengono che il flusso turistico che, tra ristorazione e souvenir, è la linfa vitale per la popolazione. |
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