il Punto Coldiretti

L’Impero dei maiali, la suinicoltura in Cina

La situazione della suinicoltura cinese e il suo impatto sull’agricoltura mondiale al centro di uno speciale del prestigioso periodico inglese The Economist.

Il mercato della carne di maiale in Cina e’ in costante crescita da 35 anni. Sin dalla fine degli anni ’70, quando il governo liberalizzo’ l’agricoltura, in Cina il consumo di maiale e’ aumentato di quasi sette volte. Il paese attualmente produce e consuma quasi 500 milioni di suini l’anno, la meta’ di tutti i maiali del mondo. La storia dei maiali cinesi e’ pertanto una parabola della rapida ascesa economica del paese. E’ tuttavia piu’ che simbolica: la fame cinese di maiale ha conseguenze importanti sull’economia e l’ambiente del paese – e sul resto del mondo. (…)
Dalla zampa alla coda, i cinesi mangiano l’intero animale. Eppure, per gran parte della storia della Cina, i maiali erano un lusso consumato solo di rado, a volte estremamente di rado. La cosa e’ sensibilmente cambiata.
(…) Prima della Rivoluzione del 1949, la maggior parte delle persone in Cina traevano solo il 3% del loro apporto calorico annuale dalla carne. Il maiale divenne presto ancor piu’ raro. Decine di milioni morirono durante la carestia che segui’ il Grande balzo in avanti di Mao, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. Nei decenni successivi i contadini spalmavano il grasso di maiale nei loro wok per dare alle verdure un vago sapore di carne (…) prima di riporre il grasso per utilizzarlo in un’altra occasione. Fino ai primi anni ’90 il sostentamento di molti cinesi si basava principalmente su una dieta di ortaggi comprati nei mercatini.
(…) Gli anni di privazione sono nitidi nelle memorie. Non e’ sorprendente, quindi, che mangiare carne sia diventato un simbolo del trionfo su una vita di stenti, una parte importante della trasformazione della Cina cosi’ come lo sono gli imponenti grattacieli e le citta’ scintillanti. I nonni, che una volta pativano la fame, rimpinzano i loro nipoti con piatti che loro non avevano – e in cima alla lista troviamo il maiale. Il cinese medio oggi mangia 39kg di maiale l’anno (quasi un terzo di maiale), piu’ degli americani (che solitamente prediligono il manzo), e cinque volte la quantita’ per persona che mangiavano nel 1979.
(…) L’impatto piu’ evidente e’ stato sui maiali stessi. Fino agli anni ’80 (…) il 95% dei maiali cinesi proveniva da piccole proprieta’ terriere con meno di cinque animali. Oggi solo il 20% proviene da questi piccoli possedimenti, spiega Mindi Schneider dell’Istituto Internazionale di Studi Sociali dell’Aia. Alcuni siti industriali, spesso di proprieta’ dello stato o di multinazionali, producono fino a 100.000 suini l’anno. Questi nascono e vivono tutta la vita su letti di metallo a stecche; non vedono quasi mai la luce diretta del sole; molto pochi si accoppiano. Inoltre, anche i maiali sono cambiati da un punto di vista fisico. [Dei maiali allevati in Cina] il 95% e’ composto da tre diverse razze straniere; per preservare le razze autoctone la Cina ha creato una banca nazionale dei geni (praticamente un gigantesco freezer di liquido seminale di maiale) e una rete di serragli di maiali autoctoni. Eppure, tantissime varieta’ antiche potrebbero presto scomparire.
Tuttavia i maiali in Cina sono lungi dall’essere le uniche vittime della loro popolarita’. La domanda di carne suina preoccupa il Partito Comunista, sorregge quella che presto diventera’ la piu’ grande economia mondiale e minaccia le foreste pluviali dell’Amazzonia.
(…) I cinesi consumano cosi’ tanto maiale che quando il suo prezzo aumenta, aumentano anche i prezzi di altri prodotti. Pertanto, per il Partito Comunista e’ vitale mantenere la carne ad un prezzo abbordabile, non ultimo per la stabilita’ dell’economia. Nel 2007, ad esempio, si stima che circa 45 milioni di maiali morirono in Cina a causa della "malattia dell’orecchio blu". I prezzi della carne di maiale salirono alle stelle; il tasso annuo di incremento dell’indice dei prezzi al consumo (conosciuto a volte come "indice del consumo di maiale" a causa del ruolo principale dell’animale nel determinarlo) raggiunse un record decennale.
(…) In risposta il partito ha creato la prima riserva di maiale al mondo, in parte surgelato e in parte vivo (…). L’obiettivo e’ quello di mantenere il maiale abbordabile e ad un prezzo ragionevole: quando diventa troppo caro, il governo immette parte del proprio stock nel mercato; se diventa troppo economico, la riserva compra piu’ maiali per salvaguardare l’utile degli allevatori. Altre politiche a favore del maiale includono sussidi, incentivi fiscali, prestiti a tasso agevolato alle aziende agricole e vaccinazione gratuita degli animali – tutto al fine di stimolare l’allevamento intensivo di suini e per mantenere i piatti colmi di maiale cinese. Secondo Chatham House, un think-tank di Londra, il governo cinese ha sovvenzionato la produzione di maiale per 22 miliardi di dollari nel 2012. Circa 47 dollari a maiale.
Tuttavia il Partito Comunista non riesce piu’ a controllare ogni aspetto di questa vasta industria. Questo in parte e’ dovuto al fatto che l’appetito per il maiale e’ cosi’ grande – e in cosi’ rapida crescita – che per saziarlo e’ necessario uscire dai confini cinesi. I maiali cinesi, pertanto, stanno ridisegnando l’ambiente di paesi lontani.
Il Partito Comunista ha molto a cuore l’autosufficienza alimentare. La maggior parte dei maiali consumati in Cina sono infatti allevati nel paese. Tuttavia, ogni chilogrammo di maiale necessita di 6kg di mangime, solitamente soia o mais lavorati. Data la scarsita’ di acqua e terreno in Cina, il paese non e’ in grado di nutrire i maiali cosi’ come nutre le persone. Il risultato e’ che i suini cinesi, che in precedenza mangiavano scarti domestici, dipendono sempre piu’ da mangime importato.
Schneider stima che presto piu’ della meta’ delle colture per mangimi del mondo verranno mangiate dai maiali cinesi. Gia’ nel 2010 le importazioni cinesi di soia rappresentavano piu’ del 50% del totale del mercato mondiale di soia. Partendo da una base minima, anche le importazioni di cereali sono in rapido aumento: il Grains Council degli Stati Uniti, un ente commerciale, prevede che entro il 2022 la Cina avra’ bisogno di importare tra i 19 e i 32 milioni di tonnellate di mais. Che equivale a una quantita’ tra un quinto e un terzo dell’attuale commercio mondiale di mais.
(…) Il risultato e’ che la destinazione d’uso dei terreni sta cambiando drasticamente dall’altra parte del globo. In Brasile, piu’ di 25 milioni di ettari di terreno – parte dei quali una volta era foresta pluviale dell’Amazzonia – vengono utilizzati per coltivare soia (le societa’ cinesi non hanno firmato la "tavola rotonda della soia", un’associazione di volontariato, i cui membri hanno deciso di non acquistare la soia coltivata su appezzamenti creati tramite disboscamento). Intere specie di piante e alberi vengono sacrificate per ingrassare i maiali della Cina. L’Argentina, per far posto alla soia, ha abbattuto migliaia di ettari di foresta e spostato il suo tradizionale allevamento di bestiame in zone remote. Dal 1990 il numero di acri che l’Argentina ha ceduto a questa coltivazione e’ quadruplicato: il paese esporta quasi tutta la propria soia – circa 8 milioni di tonnellate – in Cina. In alcune aree gli agricoltori fanno due o tre raccolti l’anno, utilizzando erbicidi che sono stati collegati a difetti alla nascita e ad un aumento del tasso di incidenza dei tumori.
Tutte queste importazioni hanno reso la Cina piu’ esposta che mai ai prezzi mondiali delle materie prime. Il paese ha risposto acquistando terreni in altri stati, alcuni dei quali vengono utilizzati per produrre colture per mangimi o per allevare maiali (…). L’Istituto internazionale per uno sviluppo sostenibile, un think-tank canadese, ha calcolato che la Cina ha acquistato 5 milioni di ettari in paesi in via di sviluppo; altri ritengono che il totale sia piu’ elevato. Quando Shuanghui, il maggiore produttore di maiale in Cina, compro’ la Smithfield Foods, un’azienda americana, nel 2013, acquisi’ enormi appezzamenti in Missouri e in Texas. Poiche’ la domanda di maiale e’ in aumento, l’impero suino della Cina e’ destinato ad espandersi.
(…) Nutrire i maiali non e’ l’unica preoccupazione degli allevatori. La loro paura piu’ grande sono le malattie: la crescita rallenta quando un maiale si ammala, e, fatto ancor piu’ preoccupante, i suini nei moderni allevamenti cinesi tendono ad essere geneticamente simili (molti sono fratellastri), quindi quando se ne ammala uno, v’e’ il rischio che la maggior parte di loro muoia. Gli allevatori aggiungono regolarmente piccole dosi di antibiotico al mangime, e anche questo ha preoccupanti ripercussioni. (…) Il governo centrale ha riconosciuto l’esistenza del problema, eppure l’utilizzo di antibiotici, ormoni e promotori della crescita e’ a malapena regolamentato.
Questi medicinali passano nella catena alimentare in parte attraverso gli sfrigolanti piatti di maiale, e in parte attraverso i 5kg di letame che produce mediamente in un giorno un maiale. (…) I miliardi di tonnellate di escrementi che il bestiame produce ogni anno in Cina rappresentano una delle piu’ grandi cause di inquinamento di acqua e terreno nel paese, secondo il ministero dell’Agricoltura.
(…) Gli escrementi dei suini contribuiscono anche alle emissioni di metano e di protossido di azoto, un gas a effetto serra 300 volte piu’ potente del monossido di carbonio. (…)
Quindi, nonostante il loro proliferare rappresenti un forte simbolo della prosperita’ della Cina, i maiali rappresentano anche una minaccia. In Cina alcuni – molto pochi – iniziano a mettere in dubbio i benefici del mangiare sempre piu’ maiale. Il consumo di carne inizia a stabilizzarsi tra i piu’ ricchi; gli allarmi sanitari hanno fatto aumentare le vendite di cibi biologici, anche se rappresentano ancora solo una piccola parte della produzione agricola. Il "vegetarianismo" e’ in aumento, ma e’ generalmente considerato eccentrico. L’ambizione della maggior parte dei cinesi continua ad essere quella di divorare una fetta piu’ grande possibile di torta di maiale. In gran parte del mondo ricco il consumo di carne e’ stabile o in diminuzione ma nell’Impero di Mezzo aumenta incontrollato. Dimenticate lo zodiaco: nella Cina odierna, ogni anno e’ l’anno del maiale. [periodico – a cura di agra press (gin)]

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