il Punto Coldiretti

Coldiretti è baluardo a difesa dei consumatori

Al primo posto la difesa delle imprese agricole. Un assioma dal quale Coldiretti non derogherà mai.  Come la tutela della salute dei consumatori, i grandi alleati dei produttori agricoli. E’ stato questo il tema conduttore del Villaggio Coldiretti a Venezia che ha portato ancora una volta la campagna in città, creando un connubio unico di terra e mare.

L’agroalimentare sta vivendo un momento difficile con i rischi di omologazione del cibo. Un attacco alla Dieta Mediterranea che ha portato alla levata di scudi di Coldiretti. E da Venezia, in occasione del convegno inaugurale del Villaggio, il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, alla presenza, tra gli altri, del ministro degli Esteri (e vice presidente del Consiglio) Antonio Tajani, dell’Agricoltura  e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida e del Governatore del Veneto, Luca Zaia, hanno lanciato messaggi chiari.

“Siamo esigenti – ha dichiarato Gesmundo all’apertura dei lavori – e non consentiremo a nessuno di invadere lo spazio fondamentale delle imprese che rappresentiamo”. Difendere l’agricoltura è tutelare anche i consumatori perché – ha aggiunto – “c’è una correlazione tra la cifra agricola e la difesa della salute dei cittadini”. I consumatori con i quali oltre 20 anni fa è stato siglato “un patto”  restano infatti strategici nell’azione sindacale, “soci occulti” che potrebbero essere integrati a pieno titolo nella confederazione.  Nel mirino Mediterranea, l’organizzazione costituita da Unionfood e Confagricoltura nella quale sono presenti quelle multinazionali “che – ha incalzato il segretario generale – non acquistano prodotti in Italia. Non vogliamo competere con una logica di omologazione. La stessa che favorisce il grano estero e che ha fatto calare il prezzo a un livello più basso di tre anni fa”.

Il presidente Prandini riferendosi a “Mediterranea” ha ribadito la posizione di Coldiretti “chiara e forte: non permetteremo a nessuna multinazionale di svendere quello che per millenni abbiamo custodito. Non regaleremo un minimo spazio a chi toglie l’identità agli agricoltori”.

Un affondo rivolto a Unionfood e Confagricoltura, ma non ai suoi soci. E poi ha ricordato i punti chiave dell’azione sindacale: obbligo di origine su tutti i prodotti per evitare che i cittadini siano ingannati, reciprocità perché le regole devono essere uguali per tutti e garanzia di reddito per gli agricoltori. Un tema quest’ultimo che costituisce una priorità assoluta. Anche e soprattutto per consentire ai giovani di rimanere a svolgere il loro lavoro nelle aziende agricole.

Prandini ha sottolineato la capacità e la propensione a innovare degli under 35, ma ha anche affermato che è fondamentale assicurare loro un giusto guadagno.  Immancabile il riferimento all’Unione europea, in particolare sullo spinoso tema della tema della sostenibilità ”siamo noi i veri ambientalisti e non ne possiamo più degli attacchi, bisognerebbe fare un monumento agli agricoltori e agli allevatori, chi li attacca non è mai entrato in un campo o in una stalla”.

E un assist è stato incassato dal ministro Tajani. Brucia ancora la linea intransigente del commissario Timmermans che in nome dell’ambiente stava portando al collasso l’agricoltura europea e con il quale solo Coldiretti aveva ingaggiato una battaglia per difendere gli interessi degli agricoltori demonizzati come inquinatori e nemici del territorio.  Una battaglia sostenuta nel più assoluto silenzio, come quella contro i cibi sintetici e gli attacchi al vero made in Italy.

E un riconoscimento è arrivato a Venezia dal ministro Lollobrigida che ha espresso un grazie convinto a Coldiretti: ”qualcosa di più di una rappresentanza degli interessi degli agricoltori, ma un centro di dibattito e ricerca”. E’ in Coldiretti che è partita l’azione contro i cibi realizzati in laboratorio, contro gli alimenti ultra processati e contro quelle multinazionali che li sostengono, ma anche contro chi non riconosce i prezzi giusti. Non solo dichiarazioni, ma interventi. Come la denuncia della Lactalis per non avere rispettato il contratto con gli allevatori che ha portato a una sanzione pesante per la multinazionale. Anche questo un modo di “essere” Coldiretti.

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