il Punto Coldiretti

Stop al fact-checker su facebook, boicottò battaglia contro cibi sintetici

Meta rinuncia al programma di fact-checking e rimuove le restrizioni di parola su Facebook e Instagram, una mossa che il Ceo Mark Zuckerberg definisce come un tentativo di ripristinare la libertà di espressione sulle sue piattaforme. “Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre policy e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme”, spiega Zuckerberg in un video pubblicato sui social all’inizio del nuovo anno. “Nello specifico – spiega – ci libereremo dei fact-checker e li sostituiremo con Community Notes”. Una decisione che conferma i comportamenti strumentali del passato quando Facebook nel 2023 arrivo addirittura a censurare la campagna della Coldiretti per la raccolta di firme a sostegno della conversione del disegno di legge per fermare i cibi sintetici in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale.

Il post con il manifesto della Coldiretti era stato rimosso dal social perché secondo il fact checking disinformava definendo i cibi ottenuti in laboratorio come sintetici mentre si sarebbe trattato di “carne coltivata”. In realtà l’unico rapporto pubblicato dalla Fao e dall’Organizzazione Mondiale sull’argomento evidenzia che il termine “cibi sintetici” è utilizzato in ambito accademico oltre che dai media mentre al termine “coltivato” è utilizzato invece dalle industrie produttrici ma è ritenuto fuorviante. Peraltro nel Rapporto si ritiene anche discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce. Infatti quella ottenuta in laboratorio non è carne e non è coltivata.

Secondo l’enciclopedia Treccani – riferisce la Coldiretti – per carne si intende “la parte muscolare del corpo dell’animale” e di conseguenza senza animale non c’è carne mentre il significato di coltivare è “curare un terreno, una pianta con il lavoro, la concimazione e gli altri mezzi opportuna renderli capaci di far frutto”. Niente di tutto questo si realizza in laboratorio o nel bioreattore utilizzato.  La presunzione di voler modificare addirittura il vocabolario è una misura degli interessi che si nascondono dietro un business di pochi oligarchi con investimenti che vanno dai social network all’intelligenza artificiale fino al cibo ottenuto in laboratorio. Fortunatamente il tentativo non è riuscito e oggi l’Italia puo’ contare su una legge di avanguardia grazie alla battaglia vinta dalla Coldiretti.

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